Parco informale, Roma (RM) - Lazio

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Il giardino, creato dalla fantasia della principessa Zenaide Wolkonsky alla metà del XIX secolo, costituisce la vera meraviglia di Villa, talmente celebre in passato da essere segnalto nella famosa Guida Baedeker. Lungo il cosiddetto "viale della Memoria", delimitato da alte siepi di tasso potato, si snodano per tutta la sua lunghezza stanze-giardino diverse. Il parco fu realizzato secondo i canoni dei giardini all'inglese, con percorsi e vialetti, aiuole irregolari e bassi cespugli, che seguono la morfologia naturale del terreno, e fu arricchito da numerosi reperti antichi, che insieme a busti di amici e parenti della proprietaria contribuivano a sottolineare il carattere romantico del luogo.
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Indirizzo Via Giovanni Battista Piatti Roma (RM) - Lazio Accessibilità sì - accessibile con permesso
Orari apertura Solo su prenotazione al seguente indirizzo e-mail : inforome@fcotranto.gov.uk
Costo ingresso A pagamento
E-mail eos@eoscultura.it;inforome@fcotranto.gov.uk
Sito Web Villa Wolkonsky

Il giardino costituisce la vera meraviglia del complesso, talmente celebre in passato da essere raccomandato nella famosa Guida Baedeker. La trasformazione di quella che era una delle tante vigne urbane in giardino romantico è dovuta alla principessa Zenaide, moglie del principe Nikita Wolkonsky, amante delle lettere e della vita mondana. Un portale in stile neogotico dava accesso al parco, diviso in due settori, separati dal percorso dell'acquedotto Claudio, uno adibito a giardino e l'altro a bosco, a evocare la natura libera e spontanea. Il giardino fu realizzato secondo i canoni dei giardini all'inglese con percorsi e vialetti, aiuole irregolari e bassi cespugli, che seguivano la naturale morfologia del terreno. Sappiamo che due dei viali tracciati erano denominati “Allée des Morts” e “Allée des Mémoires” e che un busto dello zar Alessandro osservava il giardino e fungeva da genius loci, in modo che il suo spirito potesse aleggiare nel luogo, ricco di calma e bellezza, creato da Zenaide e passeggiarle accanto. A sottolineare il carattere romantico del giardino furono poste, come da consuetudine, statue e olle, oltre al tempietto peripetero con cinque colonne di cipollino, ancora oggi esistente. Memorabili erano le rose, che traboccavano in cespugli e gli alberi, gli arbusti e le siepi che ancor oggi lo dominano da regine, Il giardino è così ospitale verso questi fiori da offrire signorile dimora alla varietà di rosa vincitrice dell’annuale Premio Roma. Questo tripudio di fiori, alberi, rovine, sentieri, grotte, siepi e acque, appare oggi accuratamente curato e rivisitato. Aggiungono pregio al giardino i numerosi sepolcri romani scavati tra la fine dell' 800 e gli inizi del '900, un tratto della "via Caelimontana", oltre al citato acquedotto Claudio. Il giardino si conclude con un belvedere, che oggi inquadra i nuovi quartieri della zona, ma che un tempo si apriva su una splendida veduta della campagna romana, ancora apprezzabile negli anni Trenta del secolo scorso. Un recente censimento della piante e degli alberi ha elencato la presenza di circa 200 specie differenti. Infine, non solo bello ma anche utile, il giardino produce miele e marmellate “home made“ grazie ai numerosi alberi da frutta e alle attive api, ospitate in tre arnie.

Strutture architettoniche

Casino di residenza
rovine dell'acquedotto Claudio, tempio periptero.

Notizie storiche

La villa, sorta su un terreno già appartenuto all'inizio del secolo XIX agli eredi di Gian Giacomo Acquaroni, prende il nome dalla principessa Zenaide, amante storica dello Zar Alessandro I, di cui sposò l’aiutante di campo, il principe Nikita Wolkonsky. Costretta a lasciare la Russia per motivi di convenienza, nel 1830 scelse di stabilirsi a Roma, creando una piccola e raffinata corte che ospitava volentieri intellettuali e artisti, tra cui il celebre scrittore russo, Gogol. Morta la principessa, nel 1862 la villa passò al figlio Alexander e successivamente a Nadia, moglie del marchese Vladimiro Campanari, discendente da uno dei due figli adottati da Alexander. Tra il 1890 e gli anni Venti del '900 gli eredi Campanari costruirono e successivamente ampliarono l'attuale casino di residenza. Particolarmente significativo fu l'intervento dell'architetto Francesco Azzurri per Nadia e per il marito Vladimiro Campanari. Nel 1922 vendettero la villa al governo tedesco, che ne fece la residenza dell’ambasciatore.
Durante l'occupazione tedesca di Roma, tra il settembre del 1943 e il giugno del 1944, la villa fu spesso utilizzata come luogo di prigionia temporaneo, prima della deportazione, per ebrei o semplici oppositori del regime nazista: tra questi la principessa Mafalda di Savoia, che sarebbe morta di lì a breve nel campo di sterminio di Buchenwald. Destinata a residenza dell'ambasciatore inglese dal 1947, la villa fa oggi da sfondo al tradizionale ricevimento annuale in occasione del compleanno della Regina Elisabetta, il 9 giugno.

Epoca

Secc. XIX/secondo quarto - XX, primo decennio

Progettisti ed esecutori

Azzurri Francesco (progettista)

Bibliografia

Belli Barsali Isa, Ville di Roma, Lazio I, Milano 1980, p. 456
Campitelli Alberta, Residenza dell'ambasciatore del Regno Unito di Gran Bretagna. Villa Volkonsky, in Pasquali Michela, I giardini della diplomazia. Ambasciate e accademie straniere a Roma, Milano 2003, pp. 63-70.

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