Giardino Trissino (VI) - Veneto

_x1c9964

Indirizzo piazza G.G. Trissino, 2 Trissino (VI) - Veneto Accessibilità sì - aperto al pubblico
Telefono +39 338 3527872 Orari apertura marzo-ottobre, martedì-sabato 9-13; visite guidate su appuntamento settembre-luglio; chiuso agosto
Costo ingresso a pagamento
E-mail info@villatrissinomarzotto.it

Il vasto complesso comprende le due confinanti ville dei Trissino, realizzate in momenti e per committenti diversi lungo il versante orientale dell’omonimo colle, dalla cima fin quasi a valle, intercalate da una zona a bosco. Concepite in funzione dello spettacolare panorama, sono un significativo esempio di integrazione tra edifici, giardini e paesaggio. La villa superiore è cresciuta nel tempo attorno alla mole quadrangolare della rocca altomedievale dei feudatari del luogo, eretta in posizione strategica dominante la valle dell’Agno e trasformata nel Cinquecento in residenza di campagna dei Trissino, la cui nobiltà di origine imperiale è riconosciuta da Venezia dopo l’annessione del 1404. Il complesso è articolato in tre sezioni attestanti diverse fasi costruttive e concezioni architettoniche. Dalla piazza, attraverso il severo portale (1593) che apre in asse con la Parrocchiale, si accede alla corte a ‘L’ che delimita la parte più antica del palazzo, ingentilita dalla scalinata disegnata intorno al 1716 da Francesco Muttoni, il cui progetto complessivo per la villa, solo in parte realizzato, prevedeva lo spianamento della rocciosa cima del colle al quale il complesso era addossato a nord-est per aprire la vista a 360°. Elemento chiave del progetto del Muttoni è l’articolato, fantasioso portale, costituito da quattro pilastri coronati da guglie e ornati da volute, capolavoro del rococò veneto, che, adattandosi all’irregolare conformazione del sito, collega fisicamente e visivamente le diverse parti del complesso con percorsi e assi visivi che si spingono da un’estremità all’altra della villa, attraversando corti, edifici e giardini, per affacciarsi poi sul panorama da poggioli sapientemente dislocati: a nord si accede alla corte alta; a sud a un poggiolo; a est – dove la statua di Ercole vincitore del drago Ladone e l’iscrizione che la fronteggia invitano il visitatore a inoltrarsi nel giardino delle Esperidi – al rettilineo viale delimitato a nord da allungate cedrere addossate al pendio. Questo approda ad una panoramica piattaforma ottagonale (o belvedere), in origine forse un avamposto strategico, ornata di aiuole dai complicati intrecci in pietra disegnate dal Muttoni. La sua idea per la corte alta è stata ripresa alla sua morte da Girolamo Dal Pozzo, che ha imprigionato i nuovi fabbricati, la vasta corte nobile e la cima livellata del colle in un rigido impianto geometrico di ispirazione neoclassica, articolato su diversi piani, che, tramite un articolato gioco di scalinate nascoste o a cielo aperto e percorsi e terrazzi, collega i diversi livelli del palazzo e del colle aprendoli verso il paesaggio. Uno scenografico portale in pietra a cinque aperture, coronato da sei vistosi trofei, forse opera del Muttoni, introduce alla villa inferiore, completata nel 1746 per i Trissino di Bastone e passata alla loro estinzione, nel 1800, ai Trissino di Riale. La residenza, rifatta in stile eclettico dopo l’incendio del 1841 e nuovamente andata a fuoco, è oggi il pittoresco fondale in rovina della vasta terrazza rettangolare, alla quale si scende per articolate rampe rettilinee, e a sua volta collegata al sottostante prato da capricciose rampe ricurve. La vasca ottagonale al centro ripropone forma e dimensioni del belvedere della villa superiore, e le statue della scuola dei Marinali distribuite lungo la balaustrata che si affaccia verso valle e altrove compongono, con quelle della villa superiore, uno dei cicli scultorei più ricchi e interessanti del Veneto. Accantonato il progetto redatto da Ottavio Calderari a inizio Ottocento, di un’articolazione a terrazze digradanti del pendio tra le due ville, lo si è invece trasformato in un romantico giardino dei morti, dove lungo un percorso serpentinato che si snoda tra arbusti e alberi sono disseminate lapidi commemorative.

Epoca

XVIII

Progettisti ed esecutori

Francesco Muttoni
Girolamo Dal Pozzo

Bibliografia

Azzi Visentini Margherita, Villa Trissino Marzotto, in L'Italia dei giardini. Viaggio attraverso la bellezza tra natura e artificio, Milano, Touring Editore, 2016, pp. 126-127.

Mappa

Come arrivare



Condizione giuridica

Proprietà Privata

Note