Giardino informale, Bagheria (PA) - Sicilia

La Villa fu costruita per conto di Michele Gravina intorno alla metà del 700, su progetto dell’abate Nicolò Palma. Nel 1890 il nuovo proprietario, il principe Pietro Lanza di Trabia, commissiona lavori di restauro del complesso trasformando in senso informale l'assetto del giardino.
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Indirizzo Via Maggiacomo, 23, 90011 Bagheria PA Bagheria (PA) - Sicilia Accessibilità no

Il giardino presenta un assetto informale dovuto alle trasformazioni operate alla fine dell’800. Restano tracce del lungo viale d’ingresso, punteggiato di palme, che attraversa aree oramai stralciate dalla chiusa originaria fino ad ampliarsi in uno slargo semicircolare dove campeggia un imponente portale con larghi pilastri sormontati sull’attico da statue allegoriche distese e aperti al centro da finestre centinate, ornate di vasi monumentali e contornate da semicolonne. Di qui si apre il giardino padronale caratterizzato da un corto asse centrale che conduce allo stazzo antistante alla facciata principale, con la centro un parterre ellissoidale dove campeggia una fontana ottagonale con la statua dell’Abbondanza realizzata da Ignazio Marabitti nel 1770, fino al 1950 custodita nel giardino di Palazzo Butera. Le aree circostanti il complesso edilizio sono piantate con pini e palme. Rimangono dell’arredo settecentesco i monumentali vasi in pietra d’Aspra e alcuni piedistalli sormontati da fiamme in marmo policromo.

Strutture architettoniche

Fontana
Parterre
Portale
Statua
Vasi monumentali.

Notizie storiche

La Villa fu costruita per conto di Michele Gravina, principe di Comitini, intorno alla metà del 700, su progetto dell’abate Nicolò Palma. All’interno le sale del piano nobile furono affrescate da Elia Interguglielmi tra il 1796 e il 1797. La pianta è simmetrica con un corpo centrale a tre piani sormontati da un timpano, cui si addossano due corpi sporgenti di minore dimensione collegati ortogonalmente alle ali delle dipendenze. Nel 1890 il nuovo proprietario, il principe Pietro Lanza di Trabia, commissiona il restauro del complesso all'architetto trapanese Teodoro Giganti che modifica in senso neoclassico l’originario aspetto barocco dell’edificio, di cui restano tracce nelle decorazioni in stucco, nelle due statue allegoriche ai lati del frontone della facciata principale e nei vasi sull’attico. Successivamente passata alla famiglia Moncada è oggi utilizzata come casa-vacanze.

Epoca

fine XIX

Bibliografia

Lanza Tomasi, Gioacchino, Le ville di Palermo, Palermo 1965, pp. 298-299

Mappa

Come arrivare



Condizione giuridica

Proprietà Privata

Note

Palme; Pini.