Giardino informale paesaggistico, Roma (RM) - Lazio

Villa-Strohl---Fern-2

Villa Strohl Fern corrisponde al vasto comprensorio boschivo e prativo confinante con la linea terminale della Villa Borghese fuori Porta del Popolo, dal Propileo di sinistra fino alla Scalinata su Valle Giulia. La villa fu voluta dal nobile alsaziano Alfred Wilhelm Strohl-Fern, che si era rifugiato a Roma come esule per la particolare situazione politica della sua terra d'origine contesa all'epoca fra Francia e Germania. La villa era stata immaginata come una sorta di “piccola patria”, un approdo per artisti e letterati: infatti, oltre all'edificio centrale, sono presenti edifici di stile neogotico e piccoli chalet, pensati come dimore degli ospiti-artisti. Alla morte di Strohl-Fern, nel 1937, la villa passò per testamento allo Stato Francese, che negli anni Sessanta del Novecento la destinò a sede del Lycée Chateaubriand di Roma.
Villa Strohl Fern stands in the vast woodland on the plateau of the Villa Borghese, running from propylaea left the Porta del Popolo, up to the Staircase in Valle Giulia. The villa was built by the noble Alsatian Alfred Wilhelm Strohl-Fern, refugee in Rome and exiled because of the dispute between France and Germany across his homeland. The villa was envisioned as a sort of "small homeland", a haven for artists and writers, who were hosted in many neo-Gothic style buildings and small chalets, added to main building. After the death of Strohl-Fern, in 1937, the villa passed by will to the French State that designated it to hosting the Lycée Chateaubriand in Rome.
Indirizzo Via di Villa Strohl-Fern Roma (RM) - Lazio Accessibilità sì - accessibile con permesso
Sito Web Villa Strohl-Fern

Oggi del parco ideato da Strohl-Fern rimane ben poca cosa. Perdute sono le sistemazioni del belvedere con le statue e le fontane, l'albero pietrificato scompare periodicamene sotto un groviglio di rovi, per poi riemergere occasionalmente, del laghetto sul quale il proprietario amava andare in barca, anche questa in cemento e dall'altisonante nome "Paris", rimane solo traccia sul terreno, così come scarse sono le tracce del viale dei cipressi o di quello a tunnel ricoperto di rose, che conducevano agli studi di artisti. Rimane il portale d'ingresso che si incontra lungo il viale principale della villa, costruito tutto in cemento, contornato da stalattiti e bocche d'acqua, che doveva segnare l'accesso al "recinto", custodito da due grintosi cani alsaziani, che circondava il giardino del bizzarro castellano.
Questo parco rigoglioso, selvaggio e silenzioso, ad un passo dalla caotica vita cittadina, alla fine dell'800 e ai primi del 900 divenne rifugio ideale per gli artisti, un fervido ambiente intellettuale frequentato da critici, letterati e musicisti, centro di avanguardia culturale, di formazione e sviluppo delle maggiori personalità del Novecento Italiano. La villa fu acquistata nel 1879 da Alfred Wilhelm Strohl, cittadino francese di lingua tedesca perché alsaziano; egli stesso successivamente aggiunse al suo cognome l’aggettivo fern (lontano) forse perché lontano dal suo luogo natio.

La Villa fu disegnata dallo stesso Strohl Fern e al suo interno egli fece costruire studi-laboratori per la pittura e la scultura per poter ospitare artisti di tutta Europa, dando così inizio ad una comune identità culturale europea.
Il Parco di Villa Strohl Fern risulta essere composta essenzialmente da due aree, paesaggisticamente omogenee.
La prima, divisa principalmente in grandi spazi geometrici e quadrangolari, è quella che ingloba il Casino principale, residenza di Strohl Fern, e gli studi degli artisti, gli chalet, dotati anch’essi di piccoli giardini autonomi. Questa prima sottounità paesaggistica era caratterizzata da una serie di cancelli, che permettevano a Strohl Fern di viverlo in modo autonomo dagli artisti, che potevano accedervi in sua assenza. Gli spazi quadrangolari, di cui era composto il “giardino formale”, avevano delle precise identità, tuttora percepibili, quali il boschetto di bambù, il tunnel delle rose, le ampie aiuole recintate con siepi e separati da sentieri che si intersecano in modo ortogonale. Ad esaltare il dominio sul paesaggio urbano Strohl Fern inserisce un ampio belvedere in prossimità degli studi degli scultori (caratterizzati da una maggiore altezza rispetto a quelli dei pittori) e con vista sulla via Flaminia e la città. Questo primo paesaggio aveva altresì una forte connotazione romantica, esaltata da Strohl Fern con l’inserimento di elementi neogotici con finte stalattiti e vasche con pesci, finte grotte, ponticelli coperti e reperti archeologici disseminati lungo i viali ed inseriti nei prati delle grandi aiuole geometriche.
La seconda area, fortemente naturale, è invece quella che si estende in direzione di Via di Villa Giulia, Villa Poniatowski ed il Museo Etrusco; qui il paesaggio naturale diventa l’elemento dominante e viene arricchito con un laghetto artificiale, diviso in due da un ponte, e con una barca di cemento sulla riva, a cui Strohl Fern diede il nome di Paris. Anche quest’area del Parco viene dotata di un Belvedere a cui si accede attraversando la ricca vegetazione, che ne caratterizza fortemente l’identità naturale. Attualmente l’ingresso a quest’area è interdetto e alla stessa si accede tramite un cancello.
La ricchezza del patrimonio botanico è composta dall’iniziale inserimento di elementi non autoctoni, dalla vegetazione spontanea preesistente alla realizzazione della Villa e del Parco e della vegetazione che si è insediata successivamente e favorita dalla rinnovazione naturale. Sono infatti presenti pini domestici, cedri, varie specie quercine sempreverdi e caducifoglie, olmi, aceri, frassini, cercis, bagolari, washingtonie, allori, robinie, bambù, viburni, chamaerops, acanti, felci, orchidee, rose e molte altre specie arbustive ed erbacee.
Tra quelli che più frequentemente visitarono la Villa si possono citare l’uomo politico meridionalista Francesco Saverio Nitti, lo storico dell’arte Roberto Longhi; un ospite d’eccezione nella Villa fu Rainer Maria Rilke, che a lungo dimorò nella dimora presente nell’area naturale del Parco e chiamata Studio al Ponte, perchè edificata su un costone e poggiata su un grande arco sotto il quale c’è il sentiero che conduce all’ingresso di Via di Villa Giulia.
Nel 1927 Strohl Fern lasciò in eredità allo Stato francese la Villa a patto che venisse utilizzata “per opere francesi di pubblica utilità, a condizione che siano conservate le mie opere di pittura e scultura, che siano pubblicati i miei manoscritti di prosa e poesia, che sia conservato l’aspetto paesaggistico della villa e siano rispettate le antiche alberature”; dal 1957 ospita il Liceo Chateaubriand.
Petizioni per la tutela e la conservazione del patrimonio paesaggistico e culturale della Villa sono state firmate nel tempo da Alberto Moravia, Federico Fellini, Francesco Rosi, Pietro Davack e Renato Guttuso solo per citarni alcuni.
Già lo stesso Leonardo Sciascia tempo fa, invitato ad un incontro romano promosso da Madame Giscard d’Estaing per erigere a Roma un monumento a Stendhal, propose di dedicare a Stendhal un centro internazionale di studi ed un museo all’interno di Villa Strohl Fern.
Oltre all’immenso valore culturale e paesaggistico che la Villa Strohl Fern ricopre, l’importanza della Villa risiede nel sua funzione di Centro di Promozione Artistica; tale peculiarità l’avvicina simbolicamente alla Bauhaus fondata molti anni dopo a Weimar in Germania da Walter Gropius e Mendelson nel 1919.
Quest’aspetto evidenzia la volontà da parte di Strohl Fern di creare una comune idendità culturale di respiro europeo ed internazionale, anticipando di circa un ventennio la nascita della Bauhaus; in questi ultimi anni l’Unione Europea sta invitando i Paesi membri ad individuare al proprio interno tutte quelle istituzioni e realtà culturali e scientifiche, che esprimono appunto l’identità culturale europea e a queste l’Unione fornisce fondi e finanziamenti diretti al loro recupero ed alla loro valorizzazione.
Il caso di Villa Strohl Fern, pertanto, ricopre un ruolo vitale in questa ricerca; la sua importanza, infatti, va oltre i confini e le proprietà territoriali francesi ed italiane, assumendo un punto di riferimento internazionale.
Negli ultimi anni si è utilizzata la cubatura degli chalet ed attraverso il loro abbattimento si sono costruite nuove aule per la scuola, incidendo in modo significativo sulla conservazione attiva di questo sito.
Nonostante la Convenzione firmata il 15 marzo del 2005 tra Ambasciata di Francia, Comune di Roma e Ministero per i Beni e le Attività Culturali dello Stato Italiano, vecchie normative, vecchi vincoli, precise indicazioni e divieti dei piani regolatori, fino agli attuali Codice Urbani e Convenzione Europea del Paesaggio non è stato ancora possibile attuare un serio e corretto piano di recupero e valorizzazione della Villa al fine di ridare ad essa quella funzione prestigiosa per cui era nata e di cui né lo Stato francese né quello italiano sembrano aver compreso l’altissimo valore culturale, storico, artistico, paesaggistico e sociale che riveste.

Strutture architettoniche

Belvedere
Laghetto artificiale
Grotte a roccaglia
Pergolati

Notizie storiche

La villa venne creata a partire dal 1879, quando Alfred Strohl-Fern (1847-1927) acquistò parte di una vasta tenuta sulla collina fuori Porta del Popolo, ricca di memorie archeologiche, che era stata all'inizio del secolo del principe Poniatowski, e che era passata prima al maggiore inglese Riccaerdo Sykes, nel 1826 e successivamente al nobile inglese Francesco Moore Esmeade, nel 1864.
Molti furono i progetti fatti realizzare da Strohl-Fern per la sistemazione della villa, ma il progetto definitivo fu certamente frutto della sua fantasia. Probabilmente dovuto a lui fu il progetto della sua abitazione, una sorta di castello di architettura neogotica, medievaleggiante, che costruì sul luogo dell'antico casino di villeggiatura Poniatowski, distrutto nel corso degli eventi bellici della Repubblica Romana nel 1849.
A partire dal 1892 il proprieterio avviò i lavori per la costruzione di svariati studi per gli artisti che intendeva ospitare, oltre a una serra, un stalla con rimessa e l'abitazione del portiere, su vicolo dell'Agnello. In questa fase dei lavori vanno inoltre inseriti il rimboschimento della villa e la sistemazione delle zone verdi e dei viali di servizio agli edifici, oltre agli antichi percorsi della villa Poniatowski, in particolare il viale del Belvedere, che percorreva in direzione nord-sud l'intera proprietà.
Strohl-Fern costruì anche un suo piccolo universo architettonico-naturalistico con finti alberi di cemento, fontane adorne di stalattiti, vasche con pesci, grotte, passaggi coperti ad arco che scavalcavano dirupi e infine il lago artificiale, diviso in due da un rustico ponticello, intorno al quale volle vegetazione dei climi continentali a settentrione e tropicale a mezzogiorno. Nel luglio del 1926, dopo vane trattative con il Comune di Roma, Strohl-Fern lasciò in eredità la villa allo stato francese con l'obbligo di conservare l'aspetto paesaggistico del parco nel rispetto delle antiche alberature, e che fosse inoltre destinata ad opere di pubblica utilità per i francesi.
Nel 1931 il nuovo piano regolatore destinò l'area a parco pubblico con l'obbligo di non edificare, istituendo un vincolo di esproprio. Questo venne applicato in seguito agli eventi bellici, nel 1940, quando la villa fu annessa a Villa Borghese, aperta al pubblico e denominata "Villa Paradiso". L'espropio venne però revocato per ragioni poitiche solo quttro anni dopo, nel 1944, con decreto del Prefetto della Provincia di Roma. Nel 1957 l'allora Ambasciatore francese avanzò al Comune di Roma la richiesta di costruire la nuova sede del Liceo Chateaubriand all'interno della villa, chiedendo una variante al piano regolatore. In cambio si impegnava a cedere definitivamente tre ettari della villa lungo il confine con Villa Giulia e via dell'Arco Oscuro. La variante venne adottata ma col piano regolatore del 1962 tutto venne di nuovo messo in discussione vincolando a "parco privato" la zona in variante e lasciando a "parco pubblico" la parte scambiata con il Comune di Roma. La variante decadde automaticamente e nel 1970 la Soprintendenza ai Monumenti espresse parere negativo alla costruzione di un liceo all'interno della villa. Nel frattempo vennero tuttavia costruiti dei prefabbricati provvisori destinati alla scuola, a condizione che non fossero compromesse le antiche alberature. In realtà vennero purtroppo distrutti un antico bosco di bambù e molti alberi secolari della pineta, abbattuti per la costruzione dei campi da tennis e della pista di salto in alto. Nel 1975 il Ministero per Beni Culturali e Ambientali pose un doppio vincolo paesaggistico e monumentale sulla villa. Nonostante ciò, anche successivamene ai vincoli, molti furono i lavori non autorizzati che continuarono a deturpare il parco.
Ancora nel 1984 l'Ambasciata di Francia presentò una nuova richiesta di concessione edilizia per l'ampliamento del Liceo, non approvata. Soltanto negli ultimi anni, grazie ad accordi tra la Direzione del Liceo, l'Ambasciata di Francia a Roma, il Ministero per i Beni Culturali e Roma Capitale, si sta progettando un intervento di riqualificazione della villa che possa contemperare le esigenze funzionali con la conservazione e il restauro delle preesistenze monumentali e dell'assetto paesaggistico.

Epoca

Sec. XIX/fine

Superficie

ca. 8 ha

Mappa

Come arrivare



Condizione giuridica

Proprietà Ente straniero in Italia

Provvedimento di tutela

D.lgs. 42/2004; notifica 1371071975