La Villa, un tempo circondata da ampi giardini e aree agricole, era raggiungibile mediante un gran viale di cipressi, oggi completamente sradicati, corrispondente all’attuale sequenza viale di S. Isidoro, via Cipressi (a ricordo dell’assetto originario), via Zara; il percorso parte dall’attuale lungomare Zara ed era abbellito nella testata da quattro obelischi disposti a semicerchio ancor oggi esistenti, seppur decontestualizzati. La strada attuale conduce a uno stretto portale affiancato da pilastri che immette in una corte a esedra antistante la facciata nord dell’edificio: entro un disegno circolare, definito da basamenti sedili e parapetti, si dispongono simmetricamente due grandi cedri del Libano e palme. Tracce di sistemazione formale sono presenti sul lato est, di fronte alla cappella in rovina. Sul retro, per un piccolo tratto, resiste ancora l’originale bordatura a filari di cipressi del viale d’accesso che, dunque, attraversava assialmente il corpo dell’edificio, collegando, su questo versante, la Villa alla strada principale (oggi SS 113): ai lati del tratto interno all’attuale chiusa si estendono due settori, una volta sistemati a giardino formale, oggi piantati ad agrumeto e, in parte, invasi da superfetazioni e costruzioni abusive.
Strutture architettoniche
AgrumetoCappella
Obelisco
Portale.
Notizie storiche
Nel 1730 il principe di Sant’Elia, Marco Antonio Joppolo, concesse in enfiteusi ai fratelli Giovanni e Dionisio Sardina un terreno su cui fabbricare alcune case rurali. Nel 1756, dopo aver rilevato la proprietà, Domenico del Castillo, marchese di Sant’Isidoro, diede avvio alla trasformazione del baglio in una residenza di villeggiatura: l’intervento comportò il tracciamento di un viale d’ingresso lungo 2 km che dall’edificio puntava al mare attraversando il borgo di Aspra, configurandosi come asse urbanistico privilegiato, al quale si affiancherà parallela la via Olivuzza, la strada comunale realizzata nel 1850. Alla metà dell’800 la proprietà passò per via ereditaria alla famiglia de Cordova e di recente è stata suddivisa tra vari acquirenti. Di sobria volumetria, l’edificio ha pianta a “U” e il piano nobile è posto su un alta base terrazzata, delimitata da balaustre e parapetti, che lo solleva in posizione panoramica: il piano terra, assieme agli ambienti ospitati nel basamento definisce una corte interna chiusa di ascendenza rurale, cui si accede attraverso un’apertura ad arco. Il prospetto nord, in realtà secondario, è invece nobilitato da uno scenografico scalone a doppia rampa a tenaglia che sbarca sul balcone antistante l’ingresso al piano nobile, sfruttabile come belvedere verso la marina. Il complesso è completato da una cappella, oggi (2014) rovinata e in degrado, come la maggior parte degli annessi, del giardino e delle aree circostanti.Epoca
XVIIIBibliografia
Tripoli C., Dalla foresta al PRG del 1976. Crescita urbana di Bagheria, Falcone, 2005, p. 43Sommariva G., Bagarìa, il territorio e le ville, Palermo, 2009, pp. 188-190.