Giardino formale, Bagheria (PA) - Sicilia

La Villa fu costruita alla metà del 700 per i principi Galletti di San Cataldo. Della struttura originaria non resta oggi che la cappella e l’ampio giardino all’italiana. Intorno al 1860 l’edificio fu infatti ristrutturato in stile neogotico. Dopo esser stato ceduto nel 1905 alla Compagnia di Gesù, dal 1998 il complesso è stato acquistato dalla Provincia di Palermo e il giardino è divenuto pubblico.
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Indirizzo via Papa Giovanni, incrocio con via Consolare, 183 Bagheria (PA) - Sicilia Accessibilità sì - aperto al pubblico
Telefono +39 091 943111
Costo ingresso gratuito

Il maestoso giardino settecentesco sorge in posizione decentrata sul versante nord-est del corpo principale della villa; ha forma rettangolare ed è racchiuso da una recinzione muraria in pietra d’Aspra scolpita che si slarga in esedre in concomitanza con le testate dei viali. Il disegno è di gusto formale all’italiana e la rigorosa prospettiva si avvale di scenografici fondali che ne segnano la peculiarità tardobarocca: i percorsi ortogonali formano 8 quadranti principali, tagliati al loro interno da diagonali che confluiscono negli slarghi posti a capo dei percorsi principali. Un tempo ricco di piante esotiche, fu trasformato dai Gesuiti, oltre che in un luogo contemplativo dedicato agli esercizi spirituali dei novizi, in giardino produttivo per il sostentamento della Comunità, prevalentemente coltivato ad agrumi, dove scarsa è la presenza di piante ornamentali e rare (come per es. la (Justicia Spicigera). Ricco è invece l’arredo monumentale, costituito da fontane, berceaux, statue, pinnacoli, vasi fiammati e sedili in tufo decorati con motivi zoomorfi, il tutto disposto con stringente simmetria lungo i viali. Agli angoli orientali sono sistemati due caffeaus di gusto rococò, risalenti alla II metà del 700. Straordinario e ancora intatto è il sistema di approvvigionamento idrico che si articola nel sottosuolo in una serie di cunicoli e camere che sfruttano sapientemente la falda acquifera, sul modello dei “quanat” arabi, detti anche “ngruttati”, introdotti a Palermo nel IX secolo: ad essi è associata la presenza di un ambiente ipogeo detto “stanza dello scirocco”, uno dei numerosi esempi esistenti nelle ville dell’aristocrazia, dove, grazie alla tecnologia del raffreddamento passivo dell’aria, si poteva trovare rifugio nei giorni caldi e umidi in cui spirava lo scirocco. Dal 2013 il giardino è gestito dal Comune di Bagheria che ne ha curato la manutenzione per renderlo fruibile al pubblico.

Strutture architettoniche

Berceau
Cappella
Fontana
Kaffeehaus
Quanat arabi
Statua
Vasi.

Notizie storiche

Sorta su un preesistente baglio agricolo, la Villa fu costruita alla metà del 700 per i principi Galletti di San Cataldo ed è attribuita a Giovanni Battista Vaccarini o a un suo allievo. Intorno al 1860 l’edificio fu ristrutturato in stile neogotico su progetto di Giovanni Rutelli: dell’originaria struttura settecentesca, che mostrava vari caratteri di originalità rispetto alle coeve ville barocche della città mancando dello scalone d’accesso del cortile d'ingresso, non resta oggi che la cappella e il giardino all’italiana. Il palazzo padronale è costituito da un lungo corpo a due piani, con torrette angolari in cui sono alloggiate le scale, al quale si affianca un cortile con un piccolo giardino al suo interno. Nel 1905 il complesso fu ceduto da Ruggero Galletti alla Compagnia di Gesù che lo trasformò in noviziato e, successivamente, in Seminario per le Missioni Estere. Nel 1998, a eccezione dell’ala sud del palazzo che rimane dei Padri Gesuiti, è stato acquistato dalla Provincia regionale di Palermo.

Epoca

XVII

Bibliografia

Romano T., Rotolo M. (a cura), Hortus deliciarum. Villa San Cataldo a Bagheria, Palermo, 2006.

Superficie

3,5 ha

Mappa

Come arrivare



Condizione giuridica

Proprietà Ente pubblico territoriale

Provvedimento di tutela

D. Lgs. 42/2004

Note

Caprifoglio messicano (Justicia Spicigera).