Giardino informale all'inglese, Castelfranco Veneto (TV) - Veneto

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Il sito, noto, come “il Paradiso”, agli dagli inizi del 600 venne in possesso di Nicolò Corner, che affidò a Vincenzo Scamozzi l’incarico di ristrutturarne l’assetto. Alla fine del 600 viene realizzato uno “stradon” rettilineo affiancato da 100 statue opera di Orazio Marinali, mentre agli inizi dell’800 viene edificato un nuovo palazzo e il giardino risistemato all'inglese dall’architetto veneziano Giambattista Meduna.
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Indirizzo Borgo Treviso 73 Castelfranco Veneto (TV) - Veneto Accessibilità in parte - aperto al pubblico
Telefono +39 0423 735660 Orari apertura Solo su prenotazione, sabato e domenica.
E-mail info@villaparcobolasco.it - press@villaparcobolasco.it
Sito Web Villa Revedin, Rinaldi, Bolasco Piccinelli

L’iniziale progetto del 1852 di Giambattista Meduna di un parco all’inglese in luogo del precedente giardino formale, in cui prevedeva la realizzazione di un lago e di una serra, fu preso successivamente in consegna prima da Francesco Bagnara, che non andrà oltre la fase preparatoria del terreno, e poi, nel 1863, dal paesaggista francese Marc Guignon, che disegna l’anfiteatro; il progetto di Guignon, a cui subentra tra il 1869 e il 1878 il vicentino Antonio Caregaro Negrin, verrà eseguito a partire dal 1869 sotto la direzione di due architetti locali, Bane e Pittarello, con grande diffusione di piante, fiori rari, grotte e dirupi. Caregaro Negrin fornisce i disegni della “cavana” per il deposito delle barche, della serra ispano-moresca su un’isoletta del lago e di altri manufatti disseminati nel parco, tra cui uno slanciato belvedere con il tetto a pagoda però non realizzato. Il lago ha un profilo molto frastagliato ed è punteggiato di svariate isolette collegate con ponticelli, mentre i viali hanno l’aspetto di stretti sentieri serpentinati. All’interno del parco sono attualmente presenti ca. 1000 alberi di 65 specie diverse, tra i quali più di 30 esemplari hanno un età compresa fra i 75 e i 125 anni, mentre 440 piante contano fra i 50 e i 70: tra di essi si annoverano tassi, farnie, ippocastani, carpini bianchi e cipressi calvi. Sono presenti anche esemplari esotici come la fotinia e il liquidambar.

Strutture architettoniche

Anfiteatro
Canale
Cedrara
Dirupo
Grotta
Isoletta
Peschiera
Ponticello
Serra ispano-moresca
Statua
Torre colombaia
Torre
Muro di cinta.

Notizie storiche

Il sito, noto, come “il Paradiso”, appartenne prima ai Tempesta, quindi ai Morosini e in seguito, dagli inizi del ‘600 a Nicolò Corner, che affida a Vincenzo Scamozzi l’incarico di ristrutturare l’assetto preesistente, secondo un progetto pubblicato nel 1615 ne "L’idea dell’architettura universale". Fu così realizzato un vero palazzo di città a tre piani, mantenendo la disposizione originaria della peschiera con torre colombaia e dotandolo di rusticali, di una corte “silicata” e ornata di statue poggianti su alti piedistalli da cui si distendeva un vasto giardino all’italiana delimitato nel fondo dalla cedrara. Verso la fine del secolo l’area verde viene ampliata oltre il canale e collegata alla preesistenza da un ponte di nove arcate; viene inoltre costruito un nuovo palazzo. Alla fine del 600 risultano realizzate nuove peschiere, montagnole e uno “stradon” rettilineo affiancato da 100 statue opera di Orazio Marinali (1644-1720), che si concludeva a N con un portale formato da due pilastri sormontati da statue equestri, oggi ancora visibili. Nel 1766 Giovanni Corner affida a Francesco Maria Preti l’ampliamento del complesso e il progetto, poi non accolto, prevede l’apertura di un loggiato al piano inferiore dell’edificio per consentire la visione del giardino e del “magnifico Viale di Statue”. Agli inizi dell’800 la tenuta è in abbandono: intorno al 1803 Nicolò Corner Giustinian fa radere al suolo i due corpi di fabbrica e il giardino è ridotto ad arativo. Nel 1816 la proprietà passa ad Antonio Revedin che affida successivamente all’architetto veneziano Giambattista Meduna l’edificazione di un sontuoso palazzo e la ristrutturazione del giardino. L’imponente mole dell’attuale Villa fu eretta fra il 1852 e il 1865, e si deve al conte Francesco Revedin. Pregevoli all’interno sono il monumentale scalone e il salone da ballo decorato da Giacomo Casa; notevoli sono anche le scuderie realizzate secondo gli stilemi dell’architettura ottocentesca dei materiali “nuovi” (ghisa e ferro). Dopo la scomparsa del Reverdin il complesso passa alla famiglia Rinaldi e ora è di proprietà dell’Università di Padova.

Epoca

XVII, XIX

Progettisti ed esecutori

Giambattista Meduna (progettista)
Marc Guignon (progettista)
Antonio Caregaro Negrin (progettista)

Bibliografia

Chiovaro S., Ville Venete: la Provincia di Treviso, Venezia, 2001.

Superficie

7,63 ha

Mappa

Come arrivare



Condizione giuridica

Proprietà Ente pubblico non territoriale

Provvedimento di tutela

D.Lgs. 42/2004

Note

Fotinia; Storace americano (Liquidambar styraciflua); Tasso; Farnia; Ippocastano; Carpini bianchi; Cipressi calvi.