Giardino di sculture, Castel Gandolfo (RM) - Lazio

castelgandolfo4leg

Indirizzo strada Provinciale 71/b, Via Carlo Rosselli Castel Gandolfo (RM) - Lazio Accessibilità sì - aperto al pubblico
Orari apertura tutto l’anno, lunedì-sabato, solo visite guidate dalle 8.30 alle 12.30 ogni ora, 14.30 e 15; prenotazione obbligatoria sul sito web dei Musei Vaticani
Costo ingresso a pagamento
Sito Web Villa Pontificia

La Villa Pontificia di Castel Gandolfo è il risultato dell’aggregazione nei secoli di tre proprietà: la seicentesca originaria residenza pontificia e le ville Cybo e Barberini, rispettivamente annesse nel 1773 e nel 1929, a seguito dei Trattati Lateranensi. Il primo nucleo sorse sul sito dell’antica città di Albalonga, su un terreno acquistato durante il pontificato di Paolo V Borghese, ma i lavori furono commissionati solo dal suo successore, Urbano VIII Barberini, e realizzati a partire dal 1623 su progetto di Carlo Maderno, con l’apporto di Gian Lorenzo Bernini. Accanto al palazzo, semplice e rigoroso, vi erano giardini di agrumi e di fiori, circondati da alte spalliere di lecci, allori e bossi. Villa Cybo venne realizzata per volere del cardinale Camillo Cybo che, a partire dal 1716, su progetto di Carlo Stefano Fontana, fece trasformare e ampliare un modesto casino e creare un giardino con agrumi e parterre fioriti, mentre nel vasto bosco circostante vi erano ragnaie, un paretaio e un boschetto per potersi dedicare alla caccia dei tordi. Il parco era abbellito da numerosissime sculture – molte con stemmi della famiglia – giunte dalla villa Cybo di Massa Carrara e da altre proprietà. Particolarmente interessante rimane la sistemazione del piazzale davanti al palazzo, con una scenografica scalinata a doppia rampa e al centro un ninfeo. Le fortune della villa finirono con la morte del cardinale nel 1743; dopo vari passaggi di proprietà, fu annessa alla villa pontificia. Nel 1628, per Taddeo Barberini, nipote del pontefice, iniziarono i lavori di villa Barberini, completata intorno al 1635 con la partecipazione di Gian Lorenzo Bernini per l’ampliamento del palazzo, sorto sul sito dell’antica villa di Domiziano di cui ancora si conservano le colossali strutture del criptoportico. Sugli antichi resti fu creata un’ampia spianata, organizzata in viali regolari e riquadri fioriti contornati da siepi di bosso, con filari di lecci a ombreggiare il giardino. Attorno si estendevano boschi, pascoli e oliveti. Dopo alterne vicende e lunghi periodi di abbandono, nei primi anni del Novecento il principe Luigi Barberini promosse un impegnativo intervento di recupero dei giardini, di consolidamento dei resti antichi, e la realizzazione di alcune fontane. Pochi anni dopo, con il Concordato del 1929, la villa fu concessa alla Santa Sede e subito dopo i tre nuclei costituenti la Villa Pontificia furono unificati e collegati tra loro da cavalcavia, mentre i giardini – accanto ai quali fu creata un’area agricola – ebbero un nuovo assetto. Oggi il complesso permette di spaziare tra varietà di scene e paesaggi con panorami che si aprono sul sottostante lago di Castel Gandolfo. Il piano del giardino seicentesco è stato ampliato in tre terrazzamenti che inglobano le strutture superstiti della villa di Domiziano, con parterre fioriti delimitati da cipressi che inquadrano il paesaggio circostante, in una sorta di revival dei giardini barocchi.

Epoca

XVII secolo

Progettisti ed esecutori

Carlo Stefano Fontana

Bibliografia

L'Italia dei giardini. Viaggio attraverso la bellezza tra natura e artificio, Touring Editore, Milano 2016, pp. 231-232.

Mappa

Come arrivare



Note

Scheda tratta dalla Guida realizzata dalla Direzione editoriale del Touring Club Italiano e da Apgi, Associazione Parchi e giardini d'Italia: L'Italia dei giardini. Viaggio attraverso la bellezza tra natura e artificio, Touring Editore, Milano 2016, pp. 231-232 (autore Alberta Campitelli). Foto in evidenza: Foto Governatorato della S.C.V.