Giardino Stra (VE) - Veneto

Pisana a Stra

Indirizzo via Doge Pisani, 7 Stra (VE) - Veneto Accessibilità sì - aperto al pubblico
Telefono +39 049 502074 Orari apertura Aperto tutto l’anno, martedì-domenica, 9-17 (28 ottobre al 31 marzo) 9-20 (1 aprile al 30 settembre); chiuso lunedì eccetto i festivi
Costo ingresso Intero € 7,50 - Ridotto € 4,50.
E-mail villapisani@munus.com
Sito Web Villa Pisani a Stra

Il giardino, voluto dai Pisani come viatico per l’ascesa al dogado veneziano che avverrà nel 1735, quando Alvise, già ambasciatore alla corte del Re Sole, sarà eletto doge. Sul posto la grande famiglia patrizia possedeva già una piccola villa, ma l’intento autocelebrativo e la necessità di una ‘villeggiatura’ di rappresentanza degna della ricchezza e del prestigio del casato, indussero l’anziano Almorò Pisani a intraprendere la realizzazione dei padiglioni e delle scuderie, del labirinto e del portale del belvedere e ad affidare il progetto della villa al Frigimelica, già impegnato nell’ingrandimento e ridefinizione del loro palazzo veneziano. Il nobile padovano fornirà i disegni dell’intero giardino e di gran parte dei suoi padiglioni, anche se nel 1722 si trasferirà a Mantova alla corte degli Estensi. Forse anche per questo, la sua proposta verrà accantonata per essere sostituita dal progetto ben più togato dell’architetto neoclassico Francesco Maria Preti. Lo spazio centrale del giardino è occupato dal grande parterre erboso, oggi arricchito da una vasca (1911) con antistante bacino trilobato (1913), cui fa da sfondo l’edificio tardobarocco delle scuderie (foto) con un alto loggiato ionico centrale e due ali curve aperte sul giardino, dietro le quali si celano le scuderie vere e proprie; al centro della loggia apre un portalino che inquadra il cosiddetto casino del prete che chiude la prospettiva. Ai lati del gran parterre erano dieci statue colossali, cinque per lato, raffiguranti i Vizi e le Virtù, che si legavano alla raffigurazione della Apoteosi della famiglia Pisani, capolavoro di Giambattista Tiepolo nel soffitto del grande salone da ballo. Prima delle trasformazioni napoleoniche il giardino offriva diverse chiavi di lettura, espresse dalla statuaria settecentesca, poi spostata, eliminata o trasferita alterando l’universo simbolico voluto dai Pisani e scolpito da Antonio Bonazza e dalla sua scuola. Il centro fuori asse del parco è costituito dall’esedra-belvedere, padiglione tardobarocco collocato sul lato est, da cui partono sei prospettive che invadono lo spazio e si concludono o su fondali prospettici interni o su finestre a tabernacolo e portali ricavati sul muro di cinta, componente sostanziale del giardino. Le sei prospettive delimitano ambiti diversi, con episodi importanti quali il grande labirinto di carpini (oggi di bosso) con al centro una torre circolare avvolta da una doppia scala che conduce alla sommità dove è la statua di Minerva. Una delle prospettive conduce all’orangerie voluta dai francesi in sostituzione dell’orto ornato dei Pisani. Oggi è uno degli ambiti di maggior interesse botanico del giardino e ospita circa 140 vasi di agrumi con più di quaranta varietà e cultivar. Particolarmente importanti sono due piante storiche di chinotti (Citrus myrtifolia) in prossimità della serra delle camelie che chiude la lunga prospettiva. In questo ambito si trovano la conserva delle piante tropicali, la serra tiepida e, oltre il cancello a delimitazione dell’ex brolo, la gran conserva degli agrumi che d’inverno ospita i tanti vasi di fattura ottocentesca. All’uscita dell’orangerie, sulla sinistra, si estende il parterre di fiorita, anch’esso voluto dai napoleonici e delimitato a nord da un muro molto soleggiato che ospitava una galleria di agrumi a mezz’arco, distrutta nella seconda metà del XIX secolo. Proseguendo per raggiungere il parterre centrale, sulla sinistra un ampio cerchio di Taxodium distichum definisce l’anello d’acqua settecentesco che individua il perimetro della collinetta con la kaffeehaus e la sottostante ghiacciaia. Sul lato ovest del parco, che nel Settecento era occupato da vigne e da un grande palazzo di verzura, è il boschetto inglese realizzato a partire dal 1809, con collinetta ornata da pezzi scultorei e scarti d’altoforno a formare rocailles. L’ambito è caratterizzato dalla presenza di tre grandi esemplari di Platanus orientalis. Di particolare originalità è il portale del belvedere con le scale ‘a lumaca’, affacciato sul corso del Brenta per godere del passaggio di barche che risalivano da Venezia a Padova.

Strutture architettoniche

Boschetto
Casino
Collinetta
Esedra-belvedere
Ghiacciaia
Kaffeehaus
Labirinto
Muro di cinta
Orangerie
Padiglione
Parterre
Portale
Portalino
Rocaille
Scala 'a lumaca'
Scuderia
Serra
Serra tiepida
Statua
Vasca.

Notizie storiche

I lavori nel parco ebbero inizio a partire dal 1721, su disegno di un architetto dilettante di Padova, il nobile Girolamo Frigimelica Roberti. L’asse centrale che lo attraversa e che ordina l’insieme coincide con il centro dell’ansa che il corso del Naviglio del Brenta forma in prossimità del piccolo centro di Stra. è la forma del luogo a suggerire la struttura della composizione, organizzata su lunghe prospettive che la attraversano da parte a parte, amplificando ad arte la percezione

Epoca

XVIII

Bibliografia

Rallo Giuseppe, Villa Pisani, L'Italia dei giardini. Viaggio attraverso la bellezza tra natura e artificio, Milano, Touring Editore, 2016, pp. 99-100.

Mappa

Come arrivare



Condizione giuridica

Proprietà Stato

Note

Agrumi: collezione; Bosso: labirinto; Camelie; Carpini; Chinotto (Citrus myrtifolia); Cipresso calvo (Taxodium distichum); Platano orientale (Platanus orientalis).

Galleria fotografica