Giardino formale, Roma (RM) - Lazio

Entrando a Roma da Porta Pia si incontra immediatamente sulla destra quello che rimane di Villa Paolina, detta anche Villa Bonaparte, una splendida villa settecentesca, che si estendeva all'interno delle Mura Aureliane, tra Porta Pia e Porta Salaria, acquistata nel 1816 da Paolina Borghese, sorella di Napoleone. Il casino della villa sorge nel mezzo del parco, in origine ricco di boschi e piante da frutto. Dopo aver subito gravi danneggiamenti, in seguito alla presa di Roma nel 1870, il complesso venne successivamente venduto dagli eredi Bonaparte. Di proprietà della Germania fino alla seconda guerra mondiale, la villa appartiene alla repubblica francese ed è oggi sede dell'Ambasciata di Francia presso la Santa Sede.
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Indirizzo Via Piave, 23; via XX settembre, 66/68 Roma (RM) - Lazio Accessibilità sì - accessibile con permesso
Telefono +39 06 42030900
Fax +39 06 42030968
E-mail ambfrssg@tin.it
Sito Web Villa Paolina Bonaparte

La villa ha conservato solo una piccola parte del giardino originario, che mostrava una sistemazione articolata in settori dalle caratteristiche distinte. Secondo uno schema comune, dietro al casino vi era la natura libera del bosco e del frutteto, con terreni ben coltivati e curati, ma senza forzature geometriche. Le mura Aureliane erano ricoperte da sagomate spalliere di agrumi in varietà, che la protezione fornita dalle mura permetteva di far crescere rigogliosamente. La parte del giardino antistante il casino nobile aveva invece caratteri formali con grandi parterre alla francese, a disegnare elaborati ghirigori nelle aiuole, impreziosite da piante in vaso di agrumi. A fianco del casino, aventi funzione di quinte laterali al parterre, erano alte siepi di alloro e leccio potate a formare nicchie e archi, vere e proprie architetture vegetali, il cui pregio era tale da permetterne la conservazione per tutto l'arco del XIX secolo, quando il giardino formale venne gradatamente assumendo caratteri più liberi e irregolari. Oggi rimane soltanto la porzione antistante del giardino che è stato ridisegnato nel corso dei restauri curati dagli ultimi proprietari secondo un assetto formale. Nel grande spiazzo aperto in direzione dell'ingresso compare una semplice fontana con vasca incassata nel terreno e l'acqua che zampilla da una roccaglia centrale, con attorno un prato delimitato da basse ma larghe bordure di bosso. Ai lati dello spazio si alternano aiuole fiorite, sempre delimitate dal bosso, e fitti boschetti separati da alte quinte di lecci potati in modo da formare spesse e compatte pareti verdi. La tradizione dell'ars topiaria rivive in alcuni bossi "a palla" posti negli angolli delle aiuole. Il giardino attuale dunque si presenta come una riproposizione novecentesca delle tradizionali forme del giardino all'italiana.

Strutture architettoniche

Casino di residenza
fontane

Notizie storiche

Nel 1743 il cardinale Silvio Valenti Gonzaga, potente segretario di stato di papa Benedetto XIV, celebre collezionista d'arte e promotore delle scienze, acquistò una vigna della famiglia Cicciaporci, di origine fiorentina, in un’area triangolare definita dalle Mura Aureliane, la strada Pia, attuale via XX Settembre, e via di Porta Salaria, l'attuale via Piave. Già nella pianta del Nolli (1748) la chiusa veniva nominata come “villa Cicciaporci ora Valenti Gonzaga”. In una tela di Giovanni Paolo Pannini, datata 1749, al Wadsworth Atheneum di Hartford, vengono raffigurate alcune persone che mostrano al cardinale il progetto della villa, progetto attribuito tra gli altri allo stesso Pannini, al francese Jacques Philippe Marechal, e secondo gli ultimi studi a Paolo Posi. Il dipinto del 1749 è un’eccezionale testimonianza sia per quanto attiene i lavori alla villa, ma anche per la splendida collezione del cardinale, sulle pareti della galleria in cui è ambientata la scena sono infatti rappresentate le opere realmente appartenute al cardinale. Alla morte del Valenti Gonzaga la villa passò ad un altro cardinale, Prospero Sciarra Colonna, che ne continuò la tradizione di ritrovo per artisti ed eruditi. Nel 1816 il complesso venne acquistato da Paolina Bonaparte, il cui nome resterà per sempre legato alla proprietà, rinnovò immediatamente gli arredi e le decorazioni secondo il gusto dell’epoca. Nei nove anni in cui Paolina visse a Roma nella sua nuova dimora questa divenne un punto di riferimento per la mondanità romana. Alla morte di Paolina, nel 1825, la villa passò ai nipoti. Nel 1884 le precarie condizioni economiche dei Bonaparte a Roma, li costrinsero a vendere quasi la metà del parco, destinata ad una rapida lottizzazione. Nel 1907 quel che rimaneva del giardino e la Palazzina vennero venduti dagli eredi di Carlo Napoleone Bonaparte. Successivamente la villa divenne sede dell'ambasciata del Regno di Prussia presso la Santa Sede, che la fece ristrutturare su progetto dell'architetto Enrico Wilde. Nel 1920 la villa fu sede dell'Ambasciata di Germania, poi confiscata nel 1945, al termine della guerra. Nel 1950 la villa venne acquistata dalla Francia che la destinò a sede dell'Ambasciata presso la Santa Sede, e provvide ad un restauro accurato della palazzina che consentì di riportare alla luce le decorazioni risalenti all'epoca del Gonzaga e di Paolina Bonaparte.

Epoca

Secc. XVIII-XIX

Progettisti ed esecutori

Paolo Posi (progettista)
Enrico Wilde (restauratore.)

Bibliografia

Pietrangeli Carlo, Villa Paolina, Roma 1961
Campitelli, Alberta, Ambasciata di Francia, Villa Bonaparte, in Pasquali Michela (a cura di), I giardini della diplomazia. Ambasciate e accademie straniere a Roma, Milano 2003, pp. 100-106
Villa Bonaparte. Ambassade de France près le Saint-Siège, Paris 2011.

Mappa

Come arrivare



Condizione giuridica

Proprietà Ente straniero in Italia

Provvedimento di tutela

L. 364/1909; L.1089/1939; D. lgs 42/2004; Notifica 2/81912; notifica 26/2/1913, decreto 12/12/1952