Giardino misto, Firenze (FI) - Toscana

petraia 1 Foto Giovanni Breschi

Anche se venne acquistata da Cosimo I de Medici, questa residenza medicea si deve alla volontà del figlio Ferdinando, il quale divenuto granduca nel 1587 affidò a Buontalenti la realizzazione del giardino. Sebbene il disegno manierista sia stato modificato alla fine del Settecento e il vasto bosco a nord sia stato trasformato nell’Ottocento in parco romantico, questo spettacolare giardino ha mantenuto intergro nei secoli il suo impianto generale.
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Indirizzo Via della Petraia, 40 Firenze (FI) - Toscana Accessibilità sì - aperto al pubblico
Telefono +39 055452691 Orari apertura Ogni ora a partire dalle 8.30 – 18:30. Solo per gruppi numerosi è richiesta la prenotazione.
Costo ingresso Gratuito
E-mail pellegrini@polomuseale.firenze.it
Sito Web Villa medicea della Petraia

Percorrendo il ripido viale d’ingresso un boschetto di lecci sulla destra introduce al terrazzamento inferiore del giardino. Il vasto parterre che ricorda la forma ellittica di un anfiteatro è spartito in aiuole piantate con alberi di pero nano e reca nei due fuochi due boschetti di lecci bordati di siepi circolari e al centro una fontana anch'essa circolare a tre vasche sovrapposte. Alcune aiuole accolgono un giardino di fiori ottocentesco e una quinta di platani chiude a sud il giardino, cinto da mura per tutto il perimetro della villa.
Salendo la scala a doppia rampa si accede al piano del vivaio, dove è la vasca rettangolare ampia quanto la facciata della villa. A sinistra, dove nel ’700 era il giardino dei bulbi, è presente un giardino di fiori dove in primavera si può ammirare una fioritura di tulipani e giacinti.
Le due rampe ai lati del bacino conducono al piano della villa detto anche Prato della figurina per la presenza della fontana di Fiorenza di Niccolò Tribolo e Pierino da Vinci con statua di Venere del Giambologna qui in copia (l’originale è conservato nella villa) al centro del parterre di destra, qui collocata nel 1785. Il giardino venne risistemato nel 1872 da Ferdinando Lasinio, autore anche del Reposoir, piccolo belvedere neoclassico posto all’estremità est. Il disegno del parterre presenta forme irregolari intorno alle due aiuole ovali; recentemente sono state piantate aiuole fiorite a paniere. A sinistra della villa, dove era il prato dei castagni, è un boschetto di cedri piantati quando nel 1864 la villa divenne residenza del re Vittorio Emanuele II e della moglie morganatica Rosa Vercellana.
Il vasto parco retrostante la villa doveva mettere in comunicazione tramite un viale immerso nel bosco questa dimora con la villa medicea di Castello secondo il progetto di Joseph Frietsch (1829) voluto da Pietro Leopoldo II di Lorena. Dal viale principale si diramano tra laghetti, ruscelli e spiazzi erbosi fioriti (soprattutto giunchiglie), sinuosi percorsi immersi nella vegetazione dominata da lecci e cipressi, accanto a querce rosse, roverelle, ornelli e diverse varietà di pini. L'insieme rappresenta un esempio rappresentativo di parco paesaggistico di metà '800. Dal 2013 fa parte del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Notizie storiche

La villa è l’evoluzione di un forte altomedioevale appartenuto dal 1364 alla famiglia Brunelleschi, ai Palla Strozzi dal 1422 e poi ai Salutati. Nel 1544 Cosimo I de Medici lo acquisì e nel 1568 la concesse al figlio, il cardinale Ferdinando, che si dedicò alla sistemazione di questa dimora prima nel 1573-1574 con lavori di sbancamento per “addomesticare” la natura petrosa del luogo, da cui la villa ha preso il nome, e poi – divenuto granduca – a partire dal 1588 quando affidò il cantiere a Raffaello Pagni. La villa acquistò una pianta rettangolare con corte al centro inglobando nell’ala posteriore la torre medievale e soprattutto il giardino assunse un grande rilievo. Il progetto è tradizionalmente attribuito a Bernardo Buontalenti attivo a Pitti, nel giardino di Boboli e in gran parte delle residenze medicee suburbane (Lappeggi, Trefiano, Pratolino, Castello, Coltano, Artimino, e forse anche a Cerreto Guidi e all’Ambrogiana). Spartito in tre terrazzaenti digradanti, esso appare nella lunetta di Giusto Utens (1599-1602): ai lati della villa due pomari con alberi da frutta nani; nella terrazza intermedia (piano del vivaio) una vasta vasca rettangolare è affiancata dalle rampe, dal giardino dei semplici in due ampi parterre geometrici e alle estremità da due logge simmetriche; nel terzo terrazzamento appaiono due grandi giardini di frutti con gallerie di verzura a pianta circolare. Tra 1783 e 1785 sotto Pietro Leopoldo di Lorena la fontana di Fiorenza del Giambolgna, proveniente dalla villa di Castello, venne trasferita nel parterre a est della villa. Dopo alcuni restauri eseguiti nel 1816 da Giuseppe Manetti, nel 1829 venne realizzato dal giardiniere boemo Joseph Frietsch attivo anche a Pratolino il parco romantico alle spalle della villa; il terrazzamento inferiore assunse un disegno della aiuole a ellisse inquadrato agli angoli da piccoli boschetti di lecci Nel 1872 Ferdinando Lasinio modificò il terrazzamento superiore.

Epoca

1575-1600 circa, 1783-1785, 1829, 1872

Progettisti ed esecutori

pseudonimo Niccolò dei Pericoli Tribolo (architetto e scultore Pierino da Vinci)

Bibliografia

C. Acidini Luchinat, G. Galletti, La villa e il giardino della Petraia a Firenze, Firenze 1995
M. Pozzana, I giardini di Firenze e della Toscana. Guida Completa, Firenze 2001, pp. 52-55.

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Condizione giuridica

Proprietà Stato

Provvedimento di tutela

Legge di tutela: 1089/1939; Dichiarazione dell'interesse culturale: Decreto 10/4/1984.

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