Giardino pensile formale, Roma (RM) - Lazio
Dalla loggia si accede allo xysto, il giardino pensile di forma rettangolare, diviso in quattro quadranti, in cui trova ambientazione la fontana dell’Elefante di Giovanni da Udine, posta sul lato corto del recinto di fronte alla Loggia, all’interno di un ninfeo. L’opera di Giovanni da Udine, ritrae il celebre elefante indiano bianco Annone, condotto a Roma e regalato a Leone X da Emanuele I del Portogallo, e alla morte sepolto nei giardini vaticani vicino alle Mura Leonine. Il viale centrale del giardino è inquadrato ancora oggi da un portale con frontone affiancato da due statue antiche giganti opera di Baccio Bandinelli, che introducono al giardino terrazzato, con viali alberati di cipressi e basse siepi di bosso a demarcare i quadranti rettangolari, dove trovano spazio numerosi vasi con agavi, colonne e statue antiche. Da questo spazio si accede ad un piccolo giardino segreto terminante con un’esedra costituita da siepi, che dona all’insieme una forte connotazione all’antica. Dallo xysto sul lato verso la valle del Tevere si passa a un terrazzo inferiore, con la celebre peschiera, da cui si possono apprezzare le sostruzioni di contenimento del terreno.
Strutture architettoniche
Fontana dell'Elefantepeschiera.
Notizie storiche
La villa, pur dovendo il suo nome a una celebre inquilina - la figlia di Carlo V e moglie di Alessandro de’ Medici, Margherita d’Asburgo - venne fatta edificare inizialmente su commissione di Leone X, seguito successivamente dal cugino Clemente VII. Leone incaricò del progetto Raffaello, che ideò una villa all’antica secondo i canoni vitruviani con cortili, logge, stanze, giardini terrazzati, teatro ninfeo, terme e peschiere. A Raffaello subentrarono Antonio da Sangallo il Giovane, autore del disegno definitivo, e Giulio Romano, responsabile del cantiere a partire dal 1519. La fabbrica incontrò ben presto notevoli difficoltà per la natura franosa e non compatta del terreno scelto, sul pendio di Monte Mario. La grandiosità del progetto iniziale venne così ridotta, come anche l’estensione dei giardini. Il cortile semicircolare, con finestre alla toscana alternate a semicolonne doriche, introduce al vestibolo affiancato da saloni, dal quale si accede alla loggia a tre campate, vero diaframma tra l’architettura e il giardino in un riuscito effetto di compenetrazione luminosa. La ricchissima decorazione interna, con affreschi di Giulio Romano e stucchi di Giovanni da Udine, realizzati i primi, tra il 1519 e il 1523, e i secondi nel 1525, si ispira a temi tratti dalle Metamorfosi di Ovidio, secondo i canoni del tempo. Alla morte di Clemente VII, nel 1527, la villa venne ereditata da Alessandro de’ Medici divenendo proprietà della moglie Madama Margherita d’Asburgo. Dopo il secondo matrimonio di quest’ultima, alla morte di Alessandro, con Ottavio Farnese nel 1538, la proprietà passò ai Farnese e da questi ai Borbone di Napoli, dopo l’estinzione della famiglia, nel 1731. Dopo varie vicissitudini e decenni di abbandono, la villa fu acquistata dalle famiglie Bergès, prima, e Dentice di Frasso poi. Acquistata infine, nel 1941, dallo Stato Italiano divenne da allora sede di rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri.Epoca
1517-1524Progettisti ed esecutori
Raffaello Sanzio (ideatore)Antonio da Sangallo il Giovane (ideatore)
Giulio Romano (ideatore)
Bibliografia
C. Napoleone (a cura di), Villa Madama, Il sogno di Raffaello, Torino 2007.Mappa
Come arrivare
Condizione giuridica
Proprietà StatoUfficio Relazioni con il Pubblico Ministero Affari Esteri Piazzale della Farnesina, 00135 Roma