La villa, che ha all’intorno un sistema di dipendenze e annessi colonici, si eleva sui colli del versante settentrionale della valle del fiume Potenza, in prossimità di Treja. La sua edificazione – e quella della retrostante chiesa – risale ai primi decenni del Settecento, ma l’edificio fu ampiamente ridisegnato in eleganti forme classiche dall’architetto Andrea Vici negli anni 1814-15 per volontà del marchese Nicola Luzi. La circonda un grande parco con sistemazioni diverse. La zona più interessante è quella a oriente della villa, dove un boschetto accoglie un vasto giardino pittoresco punteggiato di padiglioni, busti, cippi disposti lungo una ragnatela di percorsi serpeggianti e in parte coperti da rustiche pergole. La costruzione di questa sorta di ‘bosco sacro’ segnato da un forte gusto eclettico, da un’insistente ispirazione gotica e da una convinta vena antiquaria iniziò nel 1826. A preannunziarlo è un obelisco (foto a destra) eretto nel 1859 su disegno dell’architetto Ireneo Aleandri. Varcato l’ingresso, il visitatore è dapprima accolto dal tempio di Nettuno (foto a sinistra), costituito da un bacino che ha alla sua estremità un portichetto colonnato con acroterio raffigurante un cavallo marino, sotto il quale è la statua del dio dei mari. La parte posteriore del tempietto cela invece un curioso padiglione neomedievale, sempre dell’Aleandri (1858), dalla cui finestra si affaccia una figura barbuta. Di grande fascino è la vicina grotta della Sibilla. Si apre in una montagnola artificiale in blocchi di tufo ed è preceduta da una sorta di piazzola a cui offre la fronte rocciosa con statuine di animali. Addentrandosi nella cavità, si raggiunge una saletta interna dove è una statua marmorea del 1839 raffigurante la Sibilla Eritrea, opera dello scultore Venanzio Bigioli. La grotta prosegue conducendo al lato posteriore della montagnola, da cui si diparte un percorso che raggiunge un belvedere in forma di pagoda. Altre interessanti strutture del giardino sono il tempio di Apollo, le are, le edicole e sacelli dedicati a divinità, l’obelisco egizio, la voliera gotica, la cappella gotica e la casa della giardiniera, entrambe vivacizzate da scene animate. Queste, insieme ai giochi d’acqua, palesano il carattere ludico del luogo che stempera l’atmosfera grave imposta dai cenotafi raccolti in un angolo del giardino, come quelli che il marchese dedicò al figlio Giovanni o, nel 1854, alla moglie Marianna Titi.
Strutture architettoniche
AraBelvedere
Boschetto
Busto
Cappella
Cenotafio
Cippo
Edicola
Giochi d’acqua
Grotta
Montagnola
Obelisco
Padiglione
Portico
Statua
Tempio
Voliera.