Giardino misto, Firenze (FI) - Toscana

Il giardino appartiene a una villa che nel primo Quattrocento era proprietà Strozzi e venne trasformata in residenza nobiliare da Cristofano Rinieri, letterato e collezionista della cerchia di Cosimo I, a metà Cinquecento con il contributo di Tribolo. L’aspetto attuale si deve all’intervento nei primissimi anni del Settecento di Giovan Battista Foggini che ne aggiorna la facies architettonica e ridisegna i tre settori del giardino. Se la parte formale a sud-ovest conserva il suo carattere rinascimentale, il giardino delle quattro stagioni a sud-est e il “selvatico” a nord sono espressione di maturo lessico barocco.
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Indirizzo via della Petraia, 38 Loc. Castello Firenze (FI) - Toscana Accessibilità sì - aperto al pubblico
Telefono +39 055 450 752 Orari apertura Da apr a set: sabato, 1° e 3° venerdì: 14-18; 2a e 4a domenica del mese: 9-14. Da ottobre a marzo: 2a e 4a domenica: 9-14.
Costo ingresso Gratuito
E-mail info@polomuseale.firenze.it

L’attuale assetto della villa - come pure quello del giardino diviso in tre nuclei principali - rispecchia in gran parte il progetto di rinnovamento realizzato da Giovan Battista Foggini entro il 1706. L’ingresso alla villa più scenografico è da via di Castello, strada in asse con la facciata principale che ricalca il tracciato dell’antico viale d’ingresso. L’edificio assembla due strutture separate unite dal cortile centrale scandito al pianoterra dal portico ad arcate.
La facciata a due livelli su via della Petraia, che rispecchia le aperture dell’edificio cinquecentesco, ha assunto una uniforme veste barocca scandita dalle paraste dell’ordine gigante. Al centro, in corrispondenza con il portale sormontato da un balcone, s’innalza uno scenografico attico con frontone triangolare affiancato da balaustre, dove è stato collocato l’orologio. Se la facciata sud-est e quella laterale di nord-est risultano più disadorne, in continuità con la tradizione cinquecentesca, il fronte laterale a sud-ovest che si apre sul giardino formale è animato nella sezione centrale da una loggia al pian terreno segnata da quattro colonne doriche a cui corrisponde in alto una ampia area finestrata a con terminazione curvilinea.
Una scala a due rampe rettilinee conduce al maestoso parterre, introdotto da siepi di agrumi e composto da nove spartimenti quadrati bordati di siepi di bosso a loro volta divisi in nove aiuole più piccole; è cinto da mura e reca nel mezzo una vasca circolare con zampillo centrale. Le pareti laterali sono bordate di rose mentre quella di fondo è protetta da giovani cipressi interrotti al centro dalla fontana rustica addossata al muro.
Il giardino delle quattro stagioni che si apre sulla facciata sud-est in asse con il cortile e con il viale bordato di siepi di bosso e di alberature ha forma a esedra delimitato da una panca continua cinta da un’alta siepe di bosso e ritmata dagli alti plinti rustici che sostengono vasche alternate alle statue delle quattro stagioni (1702-1703) eseguite da Isidoro Franchi in pietra serena, oggi rimosse per motivi conservativi. Nei due spazi erbosi sono due vasche rustiche a forma ellittica.
Un viale bordato di siepi sempreverdi conduce a nord-est verso il “selvatico” dominato dallo spiazzo della scenografica fontana con testa equina realizzata da Giovan Battista Foggini con Giovan Martino Portogalli e composta da una vascone a conca con zampe leonine a cui sono raccordate le due ali con gradinata concava delimitate in alto da una balaustra. Tra i vari arredi di quest’area del giardino la grande vasca rustica rettangolare per la conserva dell’acqua, il ninfeo che un tempo ospitava la statua di una divinità fluviale del Tribolo, citata da Vasari e rimossa per motivi conservativi, i “salottini” che recano nelle nicchie statue mitologiche di Isidoro Franchi.

Notizie storiche

Nel luogo della villa è attestata sin dagli inizi del Quattrocento una villa denominata “palagetto” di proprietà Strozzi. Nel 1460 Bernardo di Stolto Rinieri acquistava la villa che nel quarto decennio del XVI secolo sotto Cristofano Rinieri, letterato e collezionista della cerchia di Cosimo I, verrà ridefinita architettonicamente e nel giardino. Vi lavorò il Tribolo che eseguì la statua di una divinità fluviale oggi collocata nel giardino citata da Vasari che menziona anche un puttino per fontana scolpito da Pierino da Vinci. La villa a partire dal 1571 subisce vari cambi di proprietà: fu acquistata nel 1618 da Cosimo II de Medici che vi ospitò l’esploratore Robert Dudley, figlio illegittimo del duca di Leicester. Pervenne poi nel 1697 a Lucrezia Rinuccuni moglie del marchese Filippo Corsini, colto consigliere di Cosimo III e accademico della Crusca, e da allora fu strettamente legata alla storia della famiglia Corsini.
L’attuale aspetto si deve ai radicali lavori di modifica eseguiti tra 1698 e 1706 da Giovan Battista Foggini (1652-1725) che riguardarono in particolar modo la ristrutturazione del salone nella sezione orientale, il cortile, le facciate soprattutto quelle a ovest e su via della Petraia, lo scalone.
Gli interventi al giardino furono ampi, in collaborazione con il giardiniere mediceo Rapa. Davanti la faccia sud-est venne piantato un giardino a forma semiellittica bordato da una panca continua intervallata da alti plinti che sostenevano vasche e statue delle Quattro stagioni (1702-1703) eseguite da Isidoro Franchi in pietra serena. E’ diviso in due aiuole che contengono due vasche ovali da un viale centrale bordato da filari di siepi di bosso e alberi che conduce alla fonte realizzata nel 1704.
A sud viene restaurato l’originale giardino formale cinquecentesco murato, diviso in nove spartimenti quadrati con al centro una vasca circolare con zampillo centrale. A nord lo spazio della antica ragnaia di lecci che culminava nella fontana del Fiume realizzata a metà Cinquecento dal Tribolo viene trasformato in “selvatico” da Foggini. Egli unifica lo spiazzo della fontana attraverso una scenografica struttura a gradoni a doppia convessità, chiusa in alto da una balaustra.
Nel '900 inizia il degrado della villa, accentuato durante la Seconda guerra mondiale dalle requisizioni prima delle truppe naziste poi di quelle alleate. Nel dopoguerra venne affittata alle suore Dorotee come educandato ma il tribunale assegnò la villa a quattro famiglie sfrattate che vi rimasero fino al 1960. In quell’anno la proprietà passa dal principe Tommaso Corsini una parte alla famiglia Costoli e un’altra a Galiano Boldrini. Nel 1971 viene finalmente acquisita dalla Stato che fino alla fine degli anni ’80 sottopone la villa a restauri conservativi. Tra 1999 e 2006 verranno eseguiti nuovi lavori che hanno riportato la villa all’antico splendore, adeguando le sale alla nuova funzione di sede espositiva del Museo Archeologico, con la collocazione nelle sale di significativi gruppi marmorei e nel cortile di sarcofagi etruschi.

Epoca

metà XVI secolo, 1698-1706

Progettisti ed esecutori

Tribolo pseudonimo di Niccolò dei Pericoli (esecutore)
Giovan Battista (progettista ed esecutore) Foggini
Giovan Martino (esecutore). Portogalli

Bibliografia

Boschi B., Villa Corsini (I Rinieri), in Vezzosi A. (a cura di), I Giardini della Chimera 1, Firenze 1989, p. 57
Zangheri L. Robert Dudley a Castello, ivi, p. 58
Acidini Luchinat C., Cristofano Rinieri e il ‘Dio fluviale’ del Tribolo, ivi, pp. 58 e 59
Visonà M., Giovanni Battista Foggini e gli altri artisti nella villa Corsini a Castello, in “Rivista d’Arte”, 1990, pp. 147-211 (con appendice documentaria a cura di Bacic N.)
Romualdi A. (a cura di), Villa Corsini a Castello, Firenze 2009.

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Condizione giuridica

Proprietà Stato

Provvedimento di tutela

Legge 1089/1939, Dichiarazione d'interesse culturale: Decreto 10/12/1946.