Parco informale, Palermo (PA) - Sicilia

La Villa, progettata dal Marvuglia per il principe di Belmonte, Giuseppe Ventimiglia, aveva originariamente un'estensione più ampia giungendo fino al mare. Del grande parco all'inglese sopravvivono l'impostazione paesaggistica e numerosi arredi, fra cui tempietti e fontane.
Indirizzo via Cardinale Mariano Rampolla, 1 Palermo (PA) - Sicilia Accessibilità dato non disponibile

Il parco aveva un’estensione originaria di 130.000 mq e si inerpicava gradualmente dal mare fino a un risalto roccioso sul fianco meridionale del Monte Pellegrino. L’impianto originale era configurato secondo il gusto paesaggistico in voga a cavallo tra Sette e Ottocento, in particolare nelle aree più marginali dove la vegetazione si adatta all’orografia del luogo, comprendendo diversi manufatti di arredo peculiari a quella tipologia. Nella parte più alta si trovano il caffeaus a forma di “Tempietto di Vesta”, a pianta circolare, ispirato alla pittoresca immagine del tempio tiburtino, decorato all’interno con affreschi pompeiani eseguiti da Francesco La Farina, e, sulla “Montagnola”, il “Kaffeehaus; ” neogotico a pianta ottagonale, progettato da Alessandro Emanuele Marvuglia. La falsa rovina di un tempietto circolare posto sulla scogliera di fronte sul mare è oggi ricompresa nell’area del Grand Hôtel Villa Igiea. Altri edifici di servizio al parco e alla villa sono i cosiddetti “corpi bassi”, la cappella, la vaccheria e la “Cavallerizza”. Le aree in piano prossime alla villa sono sistemate a parterres regolari: quello sul lato nord è delimitato da una bassa vasca semiellittica con un ninfeo roccioso e da cippi di marmo, ornato di un busto femminile e di sedili di pietra; l’altro a sud è caratterizzato da una vasca circolare in marmo, sorretta da quattro teste leonine innestate su zampe, ed è raggiungibile una scalinata affiancata da due conche in marmo con i piedi di leoni, tutte opere dello scultore Francesco Quattrocchi. Notevole è la recinzione d’ingresso, con cippi sormontati da canopi di foggia egizia, da civette e da sfingi, anch’esse realizzati da Quattrocchi. Nulla rimane dell’originaria pars fructuaria dove erano presenti un agrumeto, un frutteto e un uliveto.

Strutture architettoniche

Agrumeto
Busto
Cappella
Falsa rovina
Frutteto
Kaffeehaus
Parterre
Tempietto
Uliveto.

Notizie storiche

La Villa fu edificata per volere di Giuseppe Ventimiglia, principe di Belmonte, ai margini della borgata dell’Acquasanta, ai piedi di un costone roccioso del Monte Pellegrino, “supra di una eminenza o sia d’una falda di muntagna chi sporgi sinu ad un picciulu crateri di mare nominatu l’Acqua Santa”, come scrive l’abate Giovanni Meli (Poesie siciliane, Palermo 1839, vol. I, p. 16). Acquistata nel 1799, la chiusa originaria comprendeva anche l’area sulla quale oggi insiste il complesso della Villa Igiea. I lavori iniziarono subito e furono affidati a Giuseppe Venanzio Marvuglia, coadiuvato dal figlio Alessandro Emanuele; successivamente vi collaborò Giovanni Battista La Licata, detto Fra Felice poiché “cappuccino laico mendicante”. Conclusisi nel 1809 videro la partecipazione di una pletora di artisti autori delle decorazioni degli edifici e del parco. Nel 1844 la Villa fu trasformata nel “Belmonte Hôtel”, mentre nella seconda parte dell’800 l’area del parco prospiciente il mare, con la falsa rovina di un tempietto circolare, viene ceduta all’ammiraglio Cecil Downville: in quest’area, divenuta di proprietà alla fine del secolo di Ignazio Florio, verrà impiantato un sanatorio poi trasformato ed ampliato, nel 1903, nell’attuale Grand Hôtel Villa Igiea, opera di Ernesto Basile. Nel 1947 la Villa diviene proprietà dello Stato e ospita iniziative di carattere sociale che comportano, nel 1966, la costruzione di un blocco edilizio destinato a collegio femminile in sostituzione di un corpo di servizio originario. Più di recente vi è stato insediato l’Istituto Materno Infantile (IMI) dell’Università di Palermo. Acquistata nel 2001 dalla Regione Siciliana è destinata a sede del Consiglio di Giustizia Amministrativa (2012).

Epoca

XIX

Progettisti ed esecutori

Giovan Battista La Licata (progetto)

Bibliografia

Lanza Tomasi Gioacchino, Le ville di Palermo, Palermo, 1965
De Simone Margherita, Ville palermitane, Palermo,1968
Mazzola P., Domina, G. Mineo, C. Alliata, Il parco della Villa Belmonte all’Acquasanta. Analisi del patrimonio floristico e ipotesi di restauro, in “Quaderni di botanica ambientale applicata, 17/2, 2006, pp. 89-101.

Superficie

57.000 mq

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Come arrivare



Condizione giuridica

Proprietà Ente pubblico territoriale

Provvedimento di tutela

D. Lgs. 42/2004