Parco informale, Firenze (FI) - Toscana

Questo giardino romantico è stato realizzato per volere del conte Giuseppe Archinto, facoltoso mecenate milanese, che a metà Ottocento affida a Giuseppe Poggi il restauro della propria villa in chiave neoclassica. Il parco è affidato alla sapienza del giardiniere granducale Attilio Pucci che segue i i canoni del giardino informale: un bosco con spazi erbosi solcato da un viale a serpentina e abbellito da un laghetto artificiale.
Translation will follow
Indirizzo via Giovanni Aldini, 10-12 Firenze (FI) - Toscana Accessibilità sì - aperto al pubblico
Telefono +39 055 580283 Orari apertura Il parco è aperto tutti i giorni, tranne il lunedì. Luglio e agosto chiuso anche il giovedì. Giugno, Luglio, Agosto 8.15-19.30. Settembre e Ottobre (fino alla fine dell’ora legale) 8.15 - 18.30. Dall’ultima domenica di Ottobre al 31 Ottobre 8.15 - 17.30. Novembre, Dicembre, Gennaio, Febbraio 8.15 - 16.30. Marzo (fino alla fine dell’ora solare) 8.15 - 17.30. Aprile, Maggio 8.15 - 18.30.
Costo ingresso Gratuito
E-mail parcovillaventaglio@beniculturali.it

Il parco, che mostra una prevalenza di piantagioni arboree e boschive intervallate a vasti spazi erbosi, ha un’estensione di circa 5 ettari ed è cinto da alte mura. Accanto alla palazzina del Corpo di Guardia si apre lo scenografico ingresso, segnato da quattro colonne bugnate coronate da vasi ornamentali e chiuso da una cancellata in ferro battuto. Percorrendo il lungo viale carrozzabile, che con la sua forma serpentina definisce il disegno del giardino, si incontra subito a sinistra il laghetto di forma irregolare con al centro una piccola isola collegata da un ponticello; è contornato da pini neri, spini di Giuda (gleditschia triacanthos) e gelsi da carta (broussonetia papyrifera). Procedendo si possono ammirare platani (orientalis e occidentalis), aceri campestri, tassi e sul margine sinistro un albero di Giuda (cercis siliquastrum).
Le spalliere e le bordure sono composte da siepi di alloro e lentaggine ornati di cespugli di rosa cinese. Oltrepassato il boschetto di lecci, si possono notare alcuni corbezzoli, diversi esemplari di ippocastani, olmi, bagolari e cipressi disposti lungo il muro di confine a frangivento. Il sottobosco è formato prevalentemente da cespugli di alloro e pungitopo.Tra le altre essenze si segnalano bagolari, tigli, un bosco di querce e il "prato delle robinie". Giunti sulla sommità di fronte alla villa, dove su tre terrazzamenti si articola il giardino formale non accessibile dal parco, è una palma, alcune piante di Rosa banksiae e più oltre esemplari di Sophora japonica.

Notizie storiche

Nel ’400 è attestata una “casa da oste” con podere appartenente a Lippaccio e Giovanni Brancacci sulla collina delle Forbici lungo la strada per S. Domenico a Fiesole. Acquistata dai Salvetti, la proprietà viene trasformata in "casa da signore e lavoratore", e nel ’600 passa ai Bardi e agli Usimbardi. La villa fidecommissaria della Compagnia di San Michele venne ceduta ai Cedri, ai Seratti e infine ad Agnese Pecci, che nel 1824 la vendette al conte Giuseppe Archinto, grande mecenate milanese che di lì a poco avrebbe commissionato a Gaetano Besia la costruzione del suo palazzo milanese.
Per ristrutturare la dimora fiorentina egli chiama Giuseppe Poggi, architetto prediletto dalla borghesia di Firenze e che redigerà il piano regolatore della città nel 1865, a ridisegnare la villa in chiave neoclassica. Chiama poi Attilio Pucci, giardiniere granducale e botanico, per trasformare i cinque ettari della tenuta prevalentemente coltivata a gelsi e olivi in un parco romantico dove nel bosco, intervallato da spiazzi erbosi e solcato da una sinuosa strada carrozzabile, vengono piantati tigli, olmi, ippocastani e bagolari. Nel pratone d’ingresso viene realizzato un laghetto con isola e ponticello. Il conte muore nel 1861 senza potersi godere il nuovo giardino da poco terminato. La villa sarà venduta nel 1862 ad Aristide Castelli e dai suoi eredi allo Stato italiano nel 1969. L’edificio della villa è stato concesso all’Università Internazionale dell'Arte mentre il giardino, diventato parco pubblico, è stato restaurato nel 1983-85 dalla Soprintendenza che ha saputo recuperare a pieno i valori paesaggistici e ambientali del progetto di Poggi.

Epoca

1825-1860

Progettisti ed esecutori

Giuseppe Poggi (architetto)
Attilio Pucci (architetto del giardino)

Bibliografia

M. de Vico Fallani, La villa Archinto delle Forbici e il suo parco, Firenze 1982.

Superficie

5 ha

Mappa

Come arrivare



Condizione giuridica

Proprietà Ente pubblico territoriale

Provvedimento di tutela

Legge 1089/1939; Dichiarazione dell'interesse culturale: Decreto 28/3/1984.