Parco Firenze (FI) - Toscana

Questo parco che si estende per 160 ettari è il più ampio della città e sorge nel luogo della bandita delle cascine dell’Isola, la grande tenuta granducale voluta nel 1563 da Cosimo I de Medici. Trasformato alla fine del 1785 da Giuseppe Manetti e nel primo Ottocento da Giuseppe Ciacalli, è stato uno primi parchi d’Europa ad essere aperto al pubblico ed è tra i più ricchi di specie vegetali. Al suo interno recentemente è stato inaugurato il nuovo Teatro dell’Opera.
Indirizzo piazza della Repubblica Firenze (FI) - Toscana Accessibilità sì - aperto al pubblico
Telefono +39 055055
Costo ingresso Gratuito
Sito Web Parco delle Cascine

L’eccezionalità di questo parco urbano non sta solo nella sua non comune estensione ma anche nel ricchissimo patrimonio arboreo che conta quasi ventimila esemplari e ne fa la principale area verde della città. Si estende da piazzale Vittorio Veneto fino alla confluenza del Mugnone e dell’Arno. È solcato da ampi viali che attraversano le zone boschive e gli spazi erbosi. Tra le varietà di specie arboree spiccano lungo l’Arno l’acero campestre, il bagolaro, il leccio, l’olmo, il pino domestico e il pioppo bianco; nei grandi viali oltre al bagolaro, al leccio e all’olmo sono presenti cedri dell'Himalaya, Ginkgo biloba, ippocastani e tigli; nelle aree boschive e prative si nota l’acero di monte, ancora il bagolaro, il carpino bianco, il cedro dell'Himalaya, la farnia, il Fraxinus oxyphylla oltre ai Ginkgo biloba, i lecci, i tassi.
In piazzale Vittorio Veneto, dove si possono ammirare grandiosi cedri dell’Atlante, è il Monumento equestre a Vittorio Emanuele II realizzato da Emilio Zocchi nel 1890 per l’attuale piazza della Repubblica e qui collocato nella riconfigurazione urbana del 1932.
Addentrandosi nel parco sulla sinistra è una serie di impianti sportivi tra cui lo Sferisterio costruito nel 1893 per il gioco del pallone col bracciale, antico gioco italiano, e oggi adibito a gare di tamburello; il Circolo del Tennis, il Club Sportivo Firenze, il Velodromo inaugurato nel 1893.
A destra è l’area del Giardino romantico della Catena, progettata da Attilio Pucci dal 1871, con laghetto, prati e zone di sottobosco; qui tra ippocastani e cedri si incontra la Grotta del frate che prende il nome da un eremita dipinto e più oltre la celebre Fonte di Narciso a forma di tronco di piramide realizzata in pietra serena nel 1791 da Giuseppe Manetti forse in collaborazione con Gaspero Maria Paoletti, dove il poeta Percy Bysshe Shelley compose nel 1819 la celebre ‘Ode to the west wind’. Percorrendo il viale degli Olmi prima della piscina delle Pavoniere si raggiunge la Ghiacciaia, una piramide in stile egizio dove veniva depositato il ghiaccio per conservare cibi freschi. L’opera di Giuseppe Manetti realizzata in pietra serena nel 1796 richiama i simboli massonici.
A nord è l’Ippodromo del Visarno, nato nel 1847 non lontano dai prati del Quercione dove tradizionalmente si svolgevano gare ippiche. Nel 1915 fu realizzato un lungo loggiato destinato a ospitare i picchetti degli allibratori e, al piano superiore, gli spettatori; nel 1927, si arricchisce della nuova tribuna d’onore di Paolo Vietti Violi. Dopo l’alluvione del 1966, l’impianto fu ricostruito su progetto di Francesco Tiezzi. A nord dell’Ippodromo sono la Palazzina Grilli, oggi sede della Polizia a cavallo, e le Scuderie.
Più avanti è la Piscina Comunale costruita accanto alle Pavoniere, una coppia di tempietti neoclassici a pianta circolare un tempo adibite a gabbie per uccelli, e alla Palazzina delle Guardie Granducali, tutte costruzioni progettate da Giuseppe Manetti. La Palazzina dopo un lungo abbandono è stata profondamente ristrutturata da Marcello e Francesco Tiezzi nel 1965-1966.
Procedendo sempre verso ovest si giunge al Prato della Tinaia al tempo dei Medici adibito al pascolo e per la messa a dimora di varietà arboree.
Nel pieno centro del parco, in un piazzale introdotto all’imbocco del viale da quattro Sfingi in pietra su alte basi, è la Palazzina Reale, anche detta Villa Granducale, una massiccia struttura parallelepipeda porticata con corte al centro progettata da Giuseppe Manetti nel 1765. È oggi sede della Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze e ospita nell’area retrostante le serre, vari edifici di servizio e l’Istituto tecnico agrario, fondato nel 1882 e qui collocato nel 1931. Di fronte alla villa è un’ampia vasca circolare circondata da aiuole erbose tra pini domestici e platani centenari; non lontano si può ammirare uno spettacolare esemplare di Ginkgo biloba.
Procedendo verso l’Arno si incontra il Monumento a George Washington realizzato da Ezio Zalaffi e voluto dalla comunità americana a Firenze in occasione del bicentenario della nascita (1932): in una nicchia è posta la replica del busto di Jean-Antoine Houdon.
Tornando verso la Palazzina Reale sulla sinistra si apre nella sua sterminata estensione (6 ettari) il Prato del Quercione contornato da platani e lecci, teatro di cerimonie e feste tra cui la corsa dei barberi (cavalli senza cavaliere). Nell’area si trova l’Abbeveratoio (1796) di Giuseppe Manetti, anche detta Fontana delle Boccacce per la presenza dei tanti mascheroni con zampilli.
A nord del Prato del Quercione è il complesso di edifici dell’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche (1937), capolavoro razionalistico di Raffaello Fagnoni che al perfetto studio dei materiali unisce una particolare attenzione al rapporto tra architettura e arti decorative.
Procedendo a ovest si giunge prima all’Ippodromo delle Mulina, dedicato alle corse del trotto, fondato nel 1891 ma oggi non più in uso, e al Prato delle Cornacchie, ampio spazio erboso dove nell’estremità meridionale nel luogo di una cava di sabbia è stato ricavato negli anni ’70 del ’900 un Anfiteatro adibito a spettacoli musicali e teatrali.
Più a ovest, addentrandosi nel bosco, si trova un’area semicircolare divisa da otto viottole radiali in otto parti uguali che costituiva uno dei divertimenti gli ospiti granducali.
Procedendo ancora tra alberi di alto fusto verso ovest si giunge alla fine del parco dove è il Monumento al Principe Indiano dedicato a Rajaram I maragià di Kolhapur (distretto nell’attuale stato del Maharashtra) morto improvvisamente in un suo soggiorno fiorentino all’età di vent’anni nel 1870. Il suo corpo fu cremato con rito indù alla confluenza dell’Arno e del Mugnone come richiedeva il suo rango. Il cenotafio policromo a forma di baldacchino su colonne tortili in stile indo-saraceno realizzato nel 1874 è opera dell’architetto e ufficiale inglese Charles Mant molto attivo in India; il busto commemorativo è una delle ultime opere dello scultore inglese Charles Francis Fuller.

Notizie storiche

Questo parco urbano, che copre una striscia di terra lungo l’Arno da piazza Vittorio Veneto verso ovest fino alla confluenza del Mugnone, non fu concepito ex novo ma è il risultato della trasformazione della grande tenuta granducale (la bandita delle Cascine dell’isola) voluta nel 1563 da Cosimo I de Medici e dedicata alla caccia e all’allevamento. Il suo nome deriva infatti dal termine toscano “cascina” che sta a indicare le stalle per vacche da latte. Se la vocazione ludica e rappresentativa del luogo e soprattutto una larga fruizione pubblica possono ricondursi già al XVII secolo, è a partire dal 1785 che il parco avvia la sua esplicita metamorfosi in parco urbano grazie all’intervento di Giuseppe Manetti su incarico del granduca Pietro Leopoldo. Manetti realizzò insieme alla Villa granducale (oggi sede della Facoltà di Agraria) tutta una miriade di edifici tra cui il Casino di caccia vicino alla confluenza del Mugnone, la Fabbrica delle guardie sul prato delle Cornacchie, la Fontana di Pegaso, l’Osservatorio del Quercione, la Casa del capoguardia con due pavoniere, una Piramide neoegizia per la ghiacciaia, la Fontana di Narciso. Contestualmente si sviluppa una nuova viabilità più aulica, finora legata a scopi venatori, adatta al nuovo rito della promenade: lo stradone che percorre tutto il parco viene massicciato e inghiaiato nel 1793. Durante la dominazione francese la metamorfosi in parco pubblico è compiuta. Nell’800 Giuseppe Cacialli sarà responsabile di interventi di miglioramento dimostrando una concezione di rara modernità; il grande piazzale d’accesso su piazzale Vittorio Veneto si deve a Giuseppe Poggi autore del piano regolatore della città del 1865. Alla fine degli anni ’30 del '900 Raffaello Fagnoni realizza l'edificio della Scuola di Guerra Aerea (1935-38); nel 2012 è stato inaugurato vicino a viale Belfiore il nuovo Teatro dell’Opera di Firenze su progetto dello studio ABDR.

Epoca

1563, seconda metà del Settecento, XIX secolo

Progettisti ed esecutori

Giuseppe Manetti (architetto)
Giuseppe Cacialli (architetto)
Giuseppe Poggi (architetto)

Bibliografia

A. Rinaldi, La caccia, il frutto, la delizia. Il parco delle Cascine a Firenze, Firenze 1995
M. Bencivenni, M. De Vico Fallani, Giardini pubblici a Firenze dall’Ottocento a oggi, Firenze 1998.

Superficie

160 ha

Mappa

Come arrivare



Condizione giuridica

Proprietà Ente pubblico territoriale

Provvedimento di tutela

Legge 1089/1939, Dichiarazione dell'interesse culturale: Declaratoria 15/7/1986.