Giardino Firenze (FI) - Toscana

Questa piccola oasi verde nasce a metà Cinquecento insieme all’accorpamento in un unico palazzo di varie unità abitative di proprietà dei Gaburri. Il giardino cinto da mura venne ridisegnato e arricchito di fontane nel 1710 e nuovamente nella prima metà dell’Ottocento secondo il gusto romantico con l’aggiunta di due voliere e due kaffeehaus (di cui uno ancora esistente).
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Indirizzo Via delle Conce, 30 Firenze (FI) - Toscana Accessibilità sì - aperto al pubblico
Telefono 055 2760340 Orari apertura Da aprile a ottobre: solo martedì e giovedì 10-18.
Costo ingresso Gratuito
Sito Web Palazzo Vivarelli Colonna

Si accede al giardino chiuso da alte mura attraverso l’ingresso in via delle Conce 30, un semplice arco con cancello in ferro battuto (entrambi moderni) che immette in una breve rampa bordata da muretti e da siepi di bosso.
Il disegno del giardino è definito dal parterre geometrico, delineato dal viale d’accesso in asse con la fontana del cigno, e dal viale principale ortogonale che dal palazzo punta verso la scenografica fontana murale; accanto al palazzo si concentrano alcuni alberi ad alto fusto (leccio, alloro, magnolia, pino e tiglio) che alludono a un boschetto romantico. Le aiuole geometriche intorno alla centrale fontana del cigno, con vasca circolare protetta da una ringhiera in ferro ottocentesca, ospitano azalee, rose, camelie e nella stagione calda conche di agrumi. L’elemento decorativo più significativo del giardino è la fontana murale di Giovanni Baratta eseguita nel primo decennio del ’700 nell’ambito del più ampio programma di ristrutturazione voluto da Francesco Niccolò Maria Gaburri. Un arco rustico “terremotato” si imposta su una vasca semicircolare, le colonne della trabeazione sono interrotte in basso e sostituite da telamoni a forma di satiri che impediscono il crollo della struttura. Al centro è la statua di Orfeo cantore da mettere in relazione alla scomparsa prematura della moglie del Gaburri. In alto lo stemma Gaburri “squassato” dal crollo è sorretto da putti che prendono forse le sembianze dei figli di Gaburri; lo sfondo pittorico è opera dei pittori quadraturisti Rinaldo Botti e Lorenzo del Moro.
Nell’angolo nord-ovest è ancora visibile uno dei due kaffeehaus.

Notizie storiche

Nel luogo dell’attuale palazzo nel XV secolo è attestata una casa con orto di proprietà di Marco Granacci che passata in eredità al nipote Francesco era stata concessa alla figlia di lui Fiammetta andata in sposa nel 1551 a Francesco Gaburri. Questi nel 1561 riunì più case limitrofe in un unico palazzo, citato nel 1590 dal Breve ristretto delle bellezze della città di Firenze di Giovanni De Bardi. La proprietà venne ampliata a più riprese dai Gaburri: nel 1630 con altri acquisti e nel 1700 quando Francesco Niccolò Gaburri, noto mecenate e collezionista, riammodernò e rinnovò la veste decorativa del palazzo chiamando alcuni tra i pittori e quadraturisti più in voga tra cui Rinaldo Botti, Lorenzo Del Moro, Alessandro Gherardini, Benedetto Fortini. Di questi affreschi non è rimasta traccia perché ridipinti nell’800 da Michele Giuntini.
Francesco Niccolò entro il 1710 ridisegnò anche il giardino suddividendolo in vari riquadri e dotandolo di due nuove fontane una centrale e una murale con “grotta di spugna e di statue”, di una limonaia e di un boschetto di agrumi con relativa tettoia per la stagione fredda. Con l’estinzione della famiglia Gaburri il palazzo passò a Sigismondo Lotteringhi Della Stufa marito di Maria Teresa Gaburri e nipote di Francesco Niccolò e nel 1808 venne acquistato da Michele Giuntini. Nel giardino, che aveva assunto un nuovo disegno e dove erano state collocate due voliere, fu piantato un boschetto romantico nella zona ovest. Quando nel 1857 il palazzo passa a Giovan Battista Vivarelli Colonna il giardino era composto da sei spartimenti e da un boschetto romantico, tra le strutture oltre alle citate fontane vi erano due kaffeehaus (uno ancora esistente), due tepidari e due stufe. Dopo la vendita del palazzo nel 1979 al Comune di Firenze seguì un lungo periodo di abbandono del giardino e successivamente un impegnativo intervento di restauro (1998-2000) che lo ha riportato alla fruizione pubblica. Il palazzo è sede dell'Assessorato alla Cultura.

Epoca

1561, 1630, 1700-1710, prima metà dell'Ottocento

Bibliografia

Il Palazzo Vivarelli Colonna, Firenze 1996
S. Pestellini, C. Zamboni, Il giardino del palazzo Gabburri oggi Vivarelli Colonna (FI), in M. Boriani (a cura di), Giardino e paesaggio: conoscenza, conservazione, progetto, Firenze 1996, pp. 118-121
D. Cinti, Giardini & giardini. Il verde storico nel centro di Firenze, Milano 1997, pp. 255-260
D. Gualandi, Il recupero del giardino del Palazzo Vivarelli Colonna, in V. Cantafio Casamaggi, C. Francini, N. Leuzzi (a cura di), Quaderni di restauro 2, Firenze 2000, pp. 67-69.

Mappa

Come arrivare



Condizione giuridica

Proprietà Ente pubblico territoriale

Provvedimento di tutela

Legge 1089/1939, dichiarazione dell'interesse culturale: notifica 8/2/1946 e decreto 254 07/05/2010.