Giardino botanico, Roma (RM) - Lazio
Indirizzo | Largo Cristina di Svezia 24 Roma (RM) - Lazio | Accessibilità | sì - aperto al pubblico | |
Telefono | 06 49917107_Portineria; 06 49912436_Amministrazione | Orari apertura | Nel periodo Marzo – Ottobre: da lunedì a sabato dalle ore 9 alle ore 18.30 Nel periodo Novembre – Febbraio: da lunedì a sabato dalle ore 9 alle ore 17.30 Chiuso di domenica e i giorni festivi. | |
Fax | 06 49912436 | Costo ingresso | Biglietto d’ingresso € 8 Ridotto € 4 (da 6 a 11 anni e oltre i 65 anni). L'ingresso é gratuito per i bambini di età inferiore a 6 anni e per i portatori di handicap (con tesserino sanitario) e il loro accompagnatore | |
info-ortobotanico@uniroma1.it | ||||
Sito Web | Orto Botanico di Roma |
L’orto botanico di Roma con i suoi dodici ettari di parco e circa 2.000 metri quadrati di serre è uno dei maggiori d’Italia. Le sue collezioni rivestono particolare interesse non solo per importanza scientifica ma anche per modalità di coltivazione e ricostruzione scenografica degli ambienti, che aiutano il visitatore nella difficile opera di collocazione immaginaria della specie nelle aree di origine. L’Orto Botanico è inoltre una tra le poche strutture di questo genere attrezzata per i disabili: è stato infatti sistemato un sentiero e sono a disposizione due automezzi elettrici, che permettono di usufruire anche dei percorsi in collina. Inoltre è stato organizzato un “giardino dei profumi” o degli “aromi” per i non vedenti, organizzato in una serie di aiuole rialzate in muratura, che accolgono specie riconoscibili tramite caratteristiche tattili (ad esempio la pubescenza) o olfattive e corredate da cartellini in Braille. Tra le essenze più significative, per rarità e rischio di estinzione, compaiono nella zona collinare diversi esemplari di Podocarpus, Pinus, Cupressus e Torreya, Taxodium distichum, Abies nebrodensis, endemico de "Le Madonie” in Sicilia; Agathis robusta, conifera a foglia espansa, Pinus canariensis, Pinus excelsa, Sequoia sempervirens, Sequoiadendron giganteum, Ginkgo biloba, Cycas revoluta e Cycas circinalis. È anche presente un individuo di Wollemia nobilis, specie ritenuta estinta fino al 1994, quando fu rinvenuta nel Wollemi National Park in Australia. L’Orto Botanico di Roma vanta inoltre una fra le più ricche collezioni di bambù in Europa, con Phyllostachys, Sasa, Bambusa e Pleioblastus, oltre a Phyllostachys nigra Munro (Bambù nero), Phyllostachys edulis, Phyllostachys viridiglaucescens e Fargesia nitida. Sempre nella zona collinare sono presenti esemplari tipici dell’originaria vegetazione del Gianicolo come Quercus ilex, Quercus pubescens, Quercus robur e Quercus petraea. Sono presenti, inoltre, Acer campestre, Viburnum tinus, Laurus nobilis, Carpinus betulus e Rhamnus alaternus. Un cenno a parte merita le collezione di palme per l’elevato numero di entità che vengono coltivate all’aperto. Fra i generi più rappresentativi vi sono: Phoenix, Trachycarpus e Sabal. Fra le specie rare: Trachycarpus takil, Brahea edulis, Nannorrhops ritchieana. Sono inoltre presenti Chamaerops humilis, Washingtonia robusta, Phoenix canariensis e Phoenix dactylifera. Fra le specie a rischio sono presenti: Jubaea chilensis, Phoenix theophrasti, Washingtonia filifera. Merita un cenno il roseto il cui disegno è stato tracciato seguendo, attraverso una numerazione e una collocazione progressiva, lo schema di derivazione delle attuali rose coltivate dalle prime rose spontanee, che presentano tutte fiori semplici a 5 petali. Le più importanti fra le rose antiche da giardino hanno avuto origine dalla Rosa gallica, Rosa phoenicia, Rosa canina, e da altre entità comunemente riunite sotto il nome di Rosa moschata. Nel roseto è inoltre presente una considerevole collezione di rose spontanee presenti in Italia. Molto significativa è anche la presenza della “Valletta delle Felci”, che accoglie una collezione di felci erbacee, fra le quali: Asplenium adiantum-nigrum, Athyrium filix-femina, Pteridium aquilinum, Polystichum setiferum, Phyllitis scolopendrium e Woodwardia radicans. Non potevano mancare inoltre un “Orto dei Semplici”, cioè delle piante medicinali o officinali, da “officina", ossia laboratorio farmaceutico, e un “Giardino Mediterraneo”. Quest’utimo è organizzato in aiuole, in cui si possono osservare specie tipiche della macchia mediterranea: Quercus ilex, Arbutus unedo, Phillyrea latifolia, Pistacia lentiscus, Myrtus communis, unite a specie australiane: Callistemon citrinus e a specie originarie del Sudafrica, come la Polygala myrtifolia e a specie dei generi Cistus, Salvia, Teucrium e Lavandula. Sono anche presenti: Euphorbia characias, Pancratium illyricum, Helichrysum litoreum e Limonium narbonense. Nel ruscelli, nel laghetto e in alcune vasche sono presenti numerose piante aquqtiche fra cui Nelumbo nucifera, Typha latifolia e Cyperus alternifolius.
Nella serra monumentale, costruita dalla ditta Mathian di Lione nel 1877 è ospitata una collezione di euforbie, con individui di Euphorbia abyssinica, Euphorbia grandicornis, Euphorbia tirucalli, Euphorbia mauritanica e due rampicanti, Quisqualis indica e Petrea volubilis. Addossate lateralmente alla Serra monumentale, si trovano due serre a spiovente unico. A queste si aggiunge la cosiddetta “Serra Corsini”, realizzata nel XIX secolo, che rappresenta la prima serra calda edificata nel giardino, ospitante una collezione di succulente le cui famiglie maggiormente rappresentate sono Cactaceae, Agavaceae, Euphorbiaceae e Crassulaceae.
Nella collezione dell’Orto Botanico risulta particolarmente di pregio la presenza di caudiciformi e in particolare i generi Fockea e Pachypodium. Nel parco è stato infine realizzato, alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso, un giardino giapponese, su progetto dell'architetto giapponese Ken Nakajima, autore dell'analogo giardino presso l'Istituto giapponese di cultura a Roma. Un giardino orientale con giochi d’acqua, piccole cascate e due laghetti. Vi si possono osservare le seguenti specie: Acer buergerianum, Acer palmatum, Amelanchier canadensis, Berberis thunbergii, Camellia sinensis, Magnolia stellata, Myrtus communis, Pinus thunbergii, Pittosporum tobira e Prunus subhirtella. Di recente realizzazione è la serra tropicale che ospita specie di ambienti tropicali e subtropicali: Phytelephas macrocarpa, Aristolochia gigantea, Hibiscus schizopetalus etc.. Nel parco sono inoltre presenti individui centenari di Agathis robusta, Acer palmatum, Ehretia acuminata, Erythrina crista-galli, Nolina longifolia, Sequoia sempervirens, Torreya grandis, Trachycarpus takil, Nannorrhops ritchieana, Cladrastis kentukea, Parrotia persica, Apollonias barbusana, Fagus sylvatica, due individui plurisecolari di Platanus orientalis L., posti ai lati della “Fontana degli 11 Zampilli” e un individuo di Quercus suber L..
Strutture architettoniche
Catena d'acquaCascata
Fontana
Giardino giapponese
Giochi d’acqua
Laghetto
Ruscello
Serra.
Notizie storiche
La Villa Corsini, acquistata nel 1883 dallo Stato Italiano su suggerimento di Quintino Sella, fu con impegno trasformata in Orto Botanico da Pietro Romualdo Pirotta, incaricato di risollevare le sorti della botanica a Roma. L'orto si estende quindi sull'area in origine occupata dai giardini della villa, strutturata nelle forme settecentesche da Ferdinando Fuga tra il 1730 e il 1740, di cui restano alcune fontane e l'asse centrale, terminante con la celebre catena d'acqua, recentemente restaurata. L’Orto Botanico di Roma è oggi uno dei Musei del Dipartimento di Biologia Ambientale dell'Università La Sapienza di Roma. Si estende su una superficie di circa 12 ettari nel cuore del tessuto urbano della città, fra via della Lungara e il Colle del Gianicolo, occupando parte dell’area archeologica denominata Horti Getae costituita, in antico, dalle terme di Settimio Severo.Epoca
XVIProgettisti ed esecutori
Ferdinando Fuga (architetto della Villa Corsini)Pietro Romualdo Pirotta (primo direttore dell'Orto Botanico)
Bibliografia
M. Catalano, E. Pellegrini, L' Orto Botanico di Roma, Roma 1975M. Pia Micheli, G. Tammeo (a cura di), Il restauro della fontana del Fuga nell'orto botanico di Roma, Roma 2013.