Orto botanico botanico, Viterbo (VT) - Lazio

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L'Orto Botanico di Viterbo è stato creato nel 1991 a ovest della città, in un'area dalle particolari caratteristiche naturali, ricca di resti archeologici, nei pressi della sorgente del Bulicame, già nota a Dante che la cita per ben tre volte nei canti dell'Inferno. Le falde sotterranee danno origine a un fitto sistema di acque che, con laghetti e ruscelli rappresenta la caratteristica principale dell'area. L'orto si estende per una superficie di circa 15 ettari, di cui 6 dedicati all'Orto botanico vero e proprio, e 9 che ospitano il Parco del Bulicame. Questo include la sorgente di acqua sulfurea, intorno alla quale è stato ricreato un ecosistema che ricorda un'oasi africana con papiri, canne, palme e altra vegetazione tipica. Nell'orto sono presenti molte ricostruzioni di ecosistemi, tra cui la zona lacustre, la sezione di macchia mediterranea, l'area con i boschi del viterbese, o lo spazio riservato ai deserti messicani e alle fasce subtropicali dell'Australia. L'Orto Botanico, che costituisce oggi riferimento per molti enti universitari, è sede di attività didattiche, esercitazioni e corsi.
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Indirizzo Strada Santa Caterina Loc. Bulicame Viterbo (VT) - Lazio Accessibilità sì - aperto al pubblico
Telefono 0761357028 Orari apertura lun - ven 9:00 – 13:30 ; sab e dom aperto in occasione di eventi
Fax 0761357028 Costo ingresso Intero euro 4, ridotto bambini 6-12 anni e scolaresche euro 2, gratis studenti Università della Tuscia, diversamente abili; visite guidate su prenotazione (min. 10 persone, euro 5)
E-mail ortobot@unitus.it
Sito Web Orto Botanico di Viterbo “Angelo Rambelli”

Le collezioni vegetali presenti nel giardino botanico, organizzate secondo criteri tassonomici e fitogeografici, sono compatibili con le specificità climatiche e pedologiche dell'area, caratterizzata da forti escursioni termiche annuali e da un suolo di matrice fortemente calcarea. Gli invasi e le canalette sono stati recuperati come laghetti e ruscelli per la ricostruzione di ecosistemi acquatici e palustri. All’ingresso è presente una collezione di leguminose con specie a portamento arbustivo e arboreo. Proseguendo si incontra un roseto, con oltre duecento esemplari di rosa, con differenti specie botaniche e relativi ibridi naturali o artificiali. Segue il giardino dei Semplici, che rievoca l’origine degli orti botanici, strutturato in parcelle in cui vengono coltivate più di 100 specie di interesse fitoterapico. Di fronte al questo è stata realizzata la collezione di “piante utili”: tessili, tintorie e utilizzate in profumeria, con esemplari di Linum usitatissimum L. (lino), Gossypium herbaceum L. (cotone), Lavandula stoechas L. (lavanda), Papaver rhoeas L. (papavero), ecc. Più avanti nel percorso è il palmeto con diverse specie di palme, tra cui la Phoenix dactilifera L. (palma da dattero), che riescono a vegetare grazie al riscaldamento del suolo operato dalla falda calda sotterranea, e alla protezione invernale. Nel parco è stata realizzata anche la ricostruzione della macchia mediterranea su un leggero pendio, immaginato come una collina degradante verso il mare, che ospita numerosi esemplari di sclerofille sempreverdi. In un’altra area è stata allestita una collezione di orchidee spontanee italiane con specie reperite in ambiente naturale o riprodotte con tecniche di coltivazione in vitro. L’arboreto occupa la parte centrale dell’Orto e raccoglie piante disposte secondo il luogo di origine. Il continente asiatico è rappresentato da diverse specie, tra cui Ginkgo biloba L. (ginko), Cycas revoluta Thunb. (cycas), Melia azedarach L. (albero del rosario). Le specie caratteristiche europee sono rappresentate da Acer, Alnus, Quercus, Sorbus, Viburnum, Pinus, Abies, Picea, Taxus, Juniperus ed altri. Nell’area dell’America meridionale sono Araucaria araucana Kock (araucaria) e Cortaderia selloana (Schult. et Schult.) Asch. et Graebn. (la piuma della pampa). Nella parte occidentale dell’arboreto si trovano esemplari del Canada, come Liriodendron tulipifera L. (albero dei tulipani) e Acer saccharum Marshall (acero da zucchero), mentre in quella sud-occidentale sono state piantate specie californiane come Sequoiadendron giganteum (Lindl.) Buchh. (sequoia gigante) e Chamaecyparis lawsoniana (Murray) Parl. (cipresso di Lawson o falso cipresso americano). Di notevole importanza è poi la collezione di felci italiane ed esotiche, disposte secondo la famiglia di appartenenza, con esemplari di felci arboree di Dicksonia antarctica Labill., nonché di specie particolarmente rare nel Lazio come Ophioglossum vulgatum L. o Osmunda regalis L. La serra tropicale, ristrutturata nel 2009, ospita una collezione di piante delle foreste tropicali. Tra le specie presenti vi sono alcune cicadacee, numerosi ficus, Coffea arabica L. (pianta del caffè), Piper geniculatum Sweet (pepe), Musa basjoo Siebold & Zucc. ex Linuma (banano), Gossypium herbaceum L. (cotone), ecc. Sono presenti numerosi esemplari di orchidee epifite, come Phalenopsis spp., Stanhopea tigrina Bateman ex Lindl, Angraecum longicalcar (Bosser) Senghas e terricole come Cymbidium spp. All’interno di piccole vasche sono inoltre coltivate alcune specie acquatiche. Gli ambienti di tipo desertico sono ospitati in corrispondenza dell’affioramento di travertino e delle pareti verticali, con piante succulente di provenienza africana e americana, quali Opuntia, Cereus, Euphorbia, Agave, Aloe. Gli esemplari più sensibili alle basse temperature, come alcune Kalanchoe, Euphorbia e numerose specie di Aloe e Aeonium, sono coltivati all’interno di una serra riscaldata posta nella parte alta dell’Orto Botanico. La flora delle zone sub-tropicali australiane si sviluppa nella parte meridionale dell'Orto presso un laghetto, rappresentata da numerose specie di eucaliptus, acacia, callistemon, melaleuca e esemplari di Cordyline australis (G. Forst.) Hook.

Notizie storiche

L'Orto Botanico dell’Università della Tuscia, inaugurato nel marzo del 1991, sorge in prossimità di una sorgente di acqua calda sulfurea in località Bullicame. Si estende su una superficie di circa 6 ettari in lieve pendenza, ma con un notevole dislivello in corrispondenza di una piattaforma di travertino, che si interrompe bruscamente formando due pareti pressoché verticali. La zona è ricca di resti archeologici etruschi e romani e si ritiene che fosse qui il Fano di Voltumna, area sacra etrusca. Il luogo più volte citato nell’Inferno di Dante rivestì grande importanza per l'economia della città di Viterbo, fino alla fine del XIX secolo, utilizzato per la macerazione di canapa e lino negli invasi collegati alla sorgente di acqua calda sulfurea. Nelle immediate vicinanze dell’Orto botanico è il Parco del Bullicame, dell'estensione di circa 9 ettari, oggetto di un recente recupero operato dall’Orto Botanico e dall’Azienda Agraria dell’Università della Tuscia, che ha valorizzato alcune superfici di travertino per la conservazione in situ di specie endemiche o rare della flora spontanea delle aree idrotermali del Viterbese. Inoltre è stato realizzato un invaso per la tutela dell’esistente popolazione di rospo smeraldino (specie protetta dalla Direttiva Habitat) con l’inserimento di alcune specie erbacee igrofile, la realizzazione di un giardino roccioso e di un’area alberata con l’inserimento di piante autoctone.

Epoca

1985-1991

Bibliografia

S. Varoli Piazza, Paesaggi e giardini della Tuscia, Roma 2000, pp. 152-153
A. Rambelli, U. Chiocchini, M. Fonck, M.S. Rambelli, Guida alla visita dell’Orto Botanico, Viterbo 2003.

Superficie

6 ca. ha

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Come arrivare



Condizione giuridica

Proprietà Ente pubblico non territoriale