Giardino Calcata (VT) - Lazio

il “temenos” di notte

Il giardino privato dell'architetto Paolo Portoghesi a Calcata è una sintesi di duemila anni di storia dei giardini, una personalissima interpretazione del passato rivisitato in chiave contemporanea ed espressione del desiderio di fusione cosmogonica tra civiltà lontane nel tempo e nello spazio. La biblioteca specializzata in architettura è consultabile a richiesta dagli studiosi, previo appuntamento.
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Indirizzo Via Cadorna (di fronte al numero civico 59) Calcata (VT) - Lazio Accessibilità sì - accessibile con permesso
Telefono 0761596059 e 3356382297 Orari apertura su richiesta
Costo ingresso Intero euro 8, ridotto bambini euro 4. Sconti per i gruppi
E-mail paoporto@tin.it
Sito Web Giardino letterario Portoghesi

Il giardino, che si sviluppa su una superficie di 3 ettari, realizzato a partire dal 1980, consta di diverse parti con padiglioni che ospitano le sezioni specializzate di una grande biblioteca dedicata alla architettura. Dal giardino, sito su una altura a est del nucleo medievale di Calcata, è pienamente visibile il panorama della valle del Treja che si combina armoniosamente con le sue forme vegetali. Le parti più significative, ispirate da esperienze di viaggi in diverse parti del mondo, sono il tempietto, ispirato al Teatro Marittimo di Villa Adriana, circondato da una vasca anulare, con pesci, rane e piante acquatiche, e da fiori di mille specie diverse disposti in modo informale. Un’altra grande vasca rettangolare, con giochi d’acqua ispirati alla villa del Generalife di Granada, ha come sfondo da una parte il paesaggio circostante e dall’altra tre olivi che mimano un passo di danza davanti ai quali si incrociano, evocati da canaletti di mosaico, i quattro fiumi del Paradiso Terrestre. Un grande tavolo di peperino, con al centro uno specchio d’acqua, ricorda la villa toscana di Plinio il Giovane e la Villa Lante di Bagnaia, mentre sui lati del tavolo due facciate antropomorfiche sorridenti alludono ironicamente al giardino dei Mostri di Bomarzo. Su un piano più basso si colloca un giardino all’italiana con una fontana in forma di tulipano, e un fondale di allori destinato alla musica da camera. Nelle sue aiuole di bosso a forma di rombo fioriscono centinaia di rose di diverse varietà di colore rosa.
Una sequenza di scalinate di fronte alla facciata della biblioteca dell’Angelo, ricavata in una antica casa, conduce al livello più alto del giardino. La scalinata centrale è un piccolo teatro con gradini concavi e convessi, usato per letture di poesie, conferenze, lezioni universitarie e spettacoli di danza. La scala finale, tripartita, deriva da uno schizzo di Michelangelo per la scala della Biblioteca Laurenziana. Salendo le scale la chiave simbolica è il percorso della conoscenza, mentre in discesa diventa il percorso della memoria che si compie nella biblioteca dell’Angelo. Le fontane sui lati del piazzale si ispirano a quelle dei Midway Gardens di Frank Lloyd Wright a Chicago.

Al livello più alto, come compimento del percorso, si apre il “temenos”, un recinto composto da tre anelli segnati da filari di tufo poco più alti di un filo d’erba, che stabiliscono il confine proprio come le murature troncate degli scavi archeologici suggeriscono forme e spazi invisibili. Gli olivi secolari che si allineano lungo il confine fungono da colonne a sostegno della “volta del cielo”. Ai grandi olivi disposti sugli assi ortogonali dei tre cerchi è stato attribuito il nome di sei scultori e architetti (Borromini, Bernini, Moore, Rodin, Brancusi e Michelangelo).

Attraversato il “temenos” si arriva alla zona del giardino che ospita un gran numero di animali provenienti da tutte le parti del mondo, soprattutto uccelli, spesso rari e in via di estinzione.
A cominciare dalla Goura Victoria della Nuova Guinea, con il suo piumaggio azzurro e gli occhi color rubino e proseguendo con le cicogne, i fagiani esotici, i pavoni di Giava, i fenicotteri, i gufi e le Ara. Intorno a un grande specchio d’acqua i pellicani convivono con uccelli acquatici dalle provenienze più diverse, come le oche di Tolosa, le papere dal becco giallo delle Falklands, i fistioni turchi o i cigni neri australiani. Dove la collina risale si trovano gru di diverse razze (Damigelle di Numidia, gru del Paradiso, Coronate del Sahara, gru della Mongolia) insieme ai Cracidi, al gallo andaluso, la gallina di Sumatra, le cocincine e il galletto combattente inglese. E infine capre maltesi e girgentane, i rarissimi asini bianchi di Damasco, i Martina Franca e gli Amiatini.

Per quanto riguarda la flora, nel giardino si alternano spazi geometrici con siepi di bosso e zone informali che accolgono i fiori e la vegetazione arbustiva tipici del luogo. Tra gli alberi il giardino ospita, oltre agli olivi secolari, lecci, tigli, canfore, fichi, olmi e corbezzoli, oltre a un bell’esemplare di ginko biloba e un rarissimo albero di bosso alto 10 metri.

In tempi recenti il giardino è diventato anche un “giardino letterario”. Su un centinaio di leggii metallici, infatti, sono inserite poesie di autori di ogni epoca e civiltà, che riguardano i fiori, gli alberi o altre cose notevoli che si trovano accanto, in modo che i visitatori possano apprezzare meglio la singolarità del luogo e le sue possibili risonanze poetiche.
Il giardino, che ha rinomanza internazionale ed è stato pubblicato su libri e riviste internazionali, rispecchia il talento creativo dei proprietari in quanto rilettura con sensibilità moderna della tradizione nel senso in cui la intendeva Gustav Mahler quando dichiarò: "Tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri".

Notizie storiche

Il pittoresco borgo medievale di Calcata sorge arroccato su uno sperone tufaceo tra le forre del fiume Treja, chiuso e raccolto nella solitudine del paesaggio che lo circonda. Qui, l'architetto Paolo Portoghesi ha ideato il suo giardino: una rivisitazione di immagini classiche e di forme moderne.

Epoca

XX sec., ultimo quarto

Progettisti ed esecutori

Architetti Giovanna Massobrio e Paolo Portoghesi (ideatori)

Bibliografia

P. Portoghesi, Il nuovo naturalismo in quindici metri quadrati. Da una torre-fienile nel Lazio, “Casa Vogue”, n. 95, giugno, 1979, p. 106-111
L. Coz, Paolo Portoghesi. Case firmate, “Casa Viva”, aprile, 1991, p. 341-349
P. Portoghesi, Casa Portoghesi, “Casa Oggi”, aprile, 1991
S. Ardito, Il futuro è un borgo antico, “Airone”, n. 134 giugno, Milano, 1992, p. 114-125
F. Sacchetti Marotti, I signori delle rocce, “Class Country”, N. 11, Milano, 1993, p. 32-39
M. Pisani, Il giardino di cristallo, “Materia”, n. 23, Reggio Emilia, 1996, pp. 18-23, 58
M. Fagiolo e R. Schezen. Roman Gardens. Villas of the countryside, Monacelli Press New York, 1997, p. 256-264
G. Oneto, Oltre il formale. Immagini Liberate, “Ville Giardini”, n. 323 mar., 1997, p. 34-41
Intérieur Extérieur di J. L. André e E. Morin. Edition du Chene Paris, 1999, p. 114-125
S. Varoli Piazza, Paesaggi e Giardini della Tuscia, De Luca Roma, 2000, p. 45-46
G. Massobrio, Architettura in campagna, “Passione Casa”, n. 3, Milano, 2000, p. 43-50
G. Massobrio, Armonia tra paesaggio e architettura, “Casa Rustica Y Elegante”, n. 3, Barcellona, 2000, p. copertina, 93-100
G. Massobrio, Un décor suggestif, “La cuisine Deco”, Torino, 2001, p. 50-56
S. Tuzi, Sulla traccia degli dei fuggiti, “Abitare la Terra”, n. 5, Roma, 2005, pp. 22-35.

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