Giardino misto formale, Caprarola (VT) - Lazio

Alle spalle del palazzo Farnese, in corrispondenza dei due appartamenti del Piano Nobile, si aprono a ventaglio due giardini quadrati, raggiungibili tramite ponti, che scavalcano il fossato. Concepiti dal Vignola e realizzati entro il 1583, essi attuano più compiutamente la trasformazione della rocca in villa e si caratterizzano come giardini segreti, spazi intimi e privati, cinti da alti muri e non visibili dall’esterno. Più in alto, sulle pendici della stessa collina fu ricavato un ulteriore luogo di delizie, inizialmente destinato a “barco” per la caccia. Tra il 1584 ed il 1589 Jacopo del Duca e Giovanni Antonio Garzoni realizzarono un sistema scenografico di terrazze e di fontane a corredo della cosiddetta “Casina del Piacere”. Qualche decennio più tardi su questo stesso complesso intervenne Girolamo Rainaldi per conto del pronipote di Alessandro, cardinale Odoardo Farnese. Furono creati ulteriori giardini, nuovi giochi d’acqua ed il cosiddetto “Recinto delle Cariatidi”, dove è attestata la presenza come scultore di Pietro Bernini, padre del più famoso Gianlorenzo. La Palazzina è stata residenza estiva del primo presidente della Repubblica, Luigi Einaudi.
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Indirizzo Via Antonio da Sangallo, 2 Caprarola (VT) - Lazio -
Telefono +39 0761 647941 +39 0761 645404 +39 338 042866. Per visite guidate +39 0761 647941 +39 338 2042866
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Sito Web Giardini di Palazzo Farnese

I giardini, di vastissima estensione, completano la residenza dei Farnese, un classico esempio di villa cinquecentesca, dove lo spazio verde è la naturale prosecuzione all'aperto della residenza e completa l'asse formato dalla piazza e dal palazzo. I due “Giardini di sotto” o “Giardini Bassi” vennero progettati da Vignola adiacenti al palazzo e corrispondenti al Piano Nobile dell’edificio, verso il monte. Dalla “Camera dei Lanifici” si accede al cosiddetto “Giardino Vecchio” o “Giardino dell’Estate” e dalla Camera dei Giudizi al cosiddetto “Giardino Nuovo” o “Giardino dell’Inverno”. Derivanti dal tema medievale dell’Hortus conclusus, i due giardini vanno inquadrati nella tipologia del Giardino Segreto cinquecentesco. A Caprarola, più che altrove, i giardini sono veramente “privati” saldandosi agli appartamenti tramite i ponti, un tempo levatoi, che scavalcano i fossati e si offrono alla vista del visitatore come quadri insieme naturali e artificiali fruibili soprattutto dal cuore del palazzo. I giardini sono imperniati su due assi che incrociano al centro del cortile. L’asse del “Giardino dell’Inverno”, tra est e ovest, parte dalla Cappella, varca il ponte controllato dalle statue di due segni del tempo, le “Hore”, percorre quindi il viale del giardino al di là del piazzale circolare centrale e si conclude nel fondale prospettico della Fontana dei Tartari. L’asse del “Giardino dell’Estate”, tra sud e nord, parte dalla Scala Regia, passa attraverso lo stesso ponte e dopo aver tagliato il giardino approda alla “Fontana di Venere e dei Satiri”. Dai Giardini Bassi, mediante una serie di scale, ci si immette in magnifici viali alberati, quello centrale denominato “degli abeti”, quelli laterali “delle Carrozze” e “del Pometo”. Abbiamo notizia della piantumazione di ben 400 abeti fatta eseguire dal cardinale Alessandro Farnese nel 1584, trasferendoli dalla foresta di Camaldoli. Attraverso il viale centrale si raggiunge un primo ripiano, delimitato da due statue in peperino, raffiguranti “il Silenzio” e “la Prudenza”, e formato da una piazza quadrata abbellita da spalliere di verdura che una volta contenevano delle nicchie con statue. Nel mezzo è la cosiddetta “fontana del Giglio”, una grandissima fontana circolare con al centro un piccolo giglio, da cui scaturisce un potente getto d’acqua. Da due padiglioni laterali, un tempo anch’essi impreziositi da statue, parte una duplice gradonata incassata nel pendio naturale, con al centro la celebre catena d’acqua detta “dei Delfini” in peperino (1586-1587). La gradonata sbarca a un livello dove, alla congiunzione di due rampe semicircolari, è la fontana detta “dei Fiumi” o “di Marforio”, attribuita a Giacomo del Duca (post 1585). Alla sommità delle due rampe semicircolari si apre il terzo ripiano adibito a giardino formale, circondato da 28 cariatidi. A far da fondale al giardino è la Palazzina del Piacere, realizzata tra il 1584 e il 1586, è un elegante edificio su due piani con una loggia la piano terreno e altre due al piano nobile, una per faccia. Attraverso una doppia scala cordonata ai lati della palazzina, con un parapetto composto da tritoni in peperino si accede all’ultimo giardino composto da una vasta platea suddivisa in ripiani, che un tempo erano adorni di fiori, e circondata da un parapetto abbellito con ninfe cavalcanti animali marini e tritoni che gettano acqua in tazze di peperino. Al centro della piazza è un’enorme fontana in marmo, con intorno un raffinato mosaico di ciottoli bianchi e grigi con stemmi Farnese, e due fontanelle ai lati. Un viale conduce dalla piazza con la fontana a un emiciclo detto “delle Ninfe”. Nel 1997 sono terminati gli interventi di restauro durati diversi anni da parte della Soprintendenza, che hanno permesso di rimettere in funzione la maggior parte delle fontane.

Strutture architettoniche

Catena d’acqua
Fontana
Padiglione
Palazzina
Piazzale
Ponte
Statua
Vascone.

Notizie storiche

"Il Cardinale Alessandro Farnese, futuro Papa Paolo III, ottenne nel 1504 da Francesco Maria Riario della Rovere la rinuncia al Vicariato di Caprarola, rilevandone così la proprietà. Intorno al 1520 venne affidato l’incarico della progettazione della nuova residenza ad Antonio da Sangallo il Giovane, architetto di fiducia della famiglia, esperto in architettura militare. I lavori procedettero inizialmente in maniera spedita con la realizzazione delle fondamenta e l’innalzamento dei muri perimetrali fino al primo piano, poi vennero improvvisamente sospesi. Solo nel 1559, a dieci anni dalla morte di Paolo III, il nipote cardinale Alessandro Farnese junior affidò l’incarico della nuova fabbrica a Jacopo Barozzi da Vignola, che apportò evidenti cambiamenti al progetto originario, trasformando l’originaria fortezza in residenza di rappresentanza, pur nella salvaguardia e valorizzazione dell’impianto originario sangallesco. Il palazzo venne sostanzialmente terminato entro il 1575, alla morte del Vignola, anche se ulteriori lavori, si protrarranno fino al 1583. A molti anni dopo risale la definitiva sistemazione della parte antistante l'edificio e il completamento dei giardini, completati da Jacopo Del Duca, da Girolamo Rainaldi e da Giovanni Antonio Garzoni da Viggiù. Numerosi pittori ed artisti lavorarono nell'arco di un ventennio alla realizzazione dell’imponente apparato decorativo delle sale e dei saloni: Federico e Taddeo Zuccari, Antonio Tempesti, Jacopo Bertoia, Raffaellino da Reggio, Giovanni Antonio da Varese, Giovanni de’ Vecchi e altri meno conosciuti. Questi eseguirono fedelmente le indicazioni degli ideatori dei cicli decorativi, Annibal Caro, Fulvio Orsini, Onofrio Panvinio, intesi alla esaltazione della gloria e del potere dei committenti Farnese.
Il complesso monumentale di Caprarola, passato in eredità ai Borbone nel 1731 dopo l’estinzione della famiglia Farnese, è stato acquisito dallo Stato Italiano nel 1941. Nel 1973 fu affidato alla Soprintendenza, dal 2015 al Polo Museale del Lazio.

Epoca

XVI

Progettisti ed esecutori

Jacopo Barozzi detto il Vignola (ideatore)

Bibliografia

Giacomo del Duca, Giovanni Antonio Garzoni da Viggiù

Mappa

Come arrivare



Condizione giuridica

Proprietà Stato

Provvedimento di tutela

D.Lgs. N. 42/2004

Note

Abete; Giglio.