Giardino monastico di collezione, Napoli (NA) - Campania
Indirizzo | via Santa Chiara, 49/c Napoli (NA) - Campania | Accessibilità | sì - aperto al pubblico | |
Telefono | +39 081 5516673 | |||
Fax | +39 081 7971224 | |||
info@monasterodisantachiara.eu | ||||
Sito Web | Giardini del Complesso monastico di Santa Chiara |
Il complesso monastico di S. Chiara conserva il perimetro dell’impianto originario, una vera e propria cittadella con cinque chiostri di dimensioni diverse. Voluto da Roberto d’Angiò e dalla devota moglie Sancia di Maiorca, viene edificato a partire dal 1310 e aperto al culto nel 1330; la chiesa, costruita in forme gotiche provenzali, diviene ben presto una delle più importanti di Napoli. Nel XVIII secolo il complesso è oggetto di trasformazioni in forme barocche ad opera di Domenico Antonio Vaccaro; oltre alla chiesa, l’intervento viene esteso anche al chiostro grande abitato all’epoca dalle Clarisse, mentre gli altri chiostri minori conservano le linee architettoniche originarie. Nel 1739, con la badessa Ippolita di Carmignano, ha inizio il rivoluzionario intervento sul chiostro; i lavori, ultimati nel 1742, interessano il totale ridisegno del giardino e una straordinaria veste decorativa degli spazi, affidata a un diffuso rivestimento dei pilastri e dei sedili con preziose ‘riggiole’ maiolicate: sul paesaggio di sfondo si susseguono le scene profane – mascherate, danze, allegorie – destinate al diletto delle monache. L’esteso chiostro è diviso in aiuole da un geometrico reticolo di viali ortogonali principali e secondari: i primi delimitati da pilastri ottagonali e sedili rivestiti da maioliche; i secondi da pilastri solo intonacati; tutti studiati per il passeggio e la sosta al riparo di un magnifico pergolato di vite sostenuto dai pilastri decorati con tralci dipinti. In epoca barocca un clima di mondanità permea i monasteri napoletani; i luoghi claustrali vengono contaminati dalla moda più laica, lo stesso giardino simula gli spazi della gaudente vita aristocratica. Non è un caso che le trasformazioni operate nel chiostro grande siano opera del Vaccaro, lo stesso architetto dell’innovativo giardino napoletano di palazzo Tarsia e dei suoi parterre alla francese. L’impianto del giardino di S. Chiara è solo in apparenza convenzionale, ma in realtà è un eversivo labirinto di viali che conducono ai luoghi di delizia profana attraverso una gerarchia visiva e funzionale di segni: il pergolato di maioliche dei maestri ‘riggiolari’ Donato e Giuseppe Massa sui viali destinati al diletto; il pergolato su colonne intonacate sui viali che conducono alle aree destinate alla gestione della comunità con pozzi, fontane e poggi; i vialetti scoperti e soleggiati sul perimetro dei parterre; i riquadri suddivisi secondo un geometrico disegno ornamentale ad eccezione di due destinati a accogliere le specie ortive. L’intera composizione, in un gioco di luci e ombre, ottiene l’effetto desiderato e, grazie soprattutto alla narrazione delle maioliche con scene di vita napoletana, conduce ogni monaca fuori delle mura, al di là di ogni divieto di ordine superiore. Attualmente, in attesa del completamento dei restauri, l’arredo vegetale è molto ridotto e non è presente la pergola di vite.
Strutture architettoniche
ChiostriFontana
Parterre
Pergolato
Pozzo
Sedili.