Giardino Collalto Sabino (RI) - Lazio

Indirizzo Via delle Battute 1 Collalto Sabino (RI) - Lazio -
Telefono 3393490731 Orari apertura Solo su prenotazione
Costo ingresso a pagamento
E-mail latinimat@gmail.com
Sito Web Giardino pensile del Villino Latini

Il Palazzo Latini, denominato anche Villa della Speranza, sorge al margine dell’abitato medievale di Collalto, a 1000 metri di altitudine, in un territorio a confine tra Lazio e Abruzzo, nella Riserva naturale di Monte Novegna e Monte Cervia. È un fabbricato in stile gotico con pareti in pietra lavorata, cornici, finestre a bifora, cornicione sagomato, torrino e gradoni merlati, affacciato su un ampio giardino di stampo cinquecentesco. Attiguo all’edificio è un ampio terrazzo sopraelevato che si apre sul paesaggio circostante che spazia in un’ampia visuale che comprende le
montagne di Subiaco, del Velino, del Gran Sasso e del Terminillo. È in diretta comunicazione con il giardino e ha un sottostante giardino d’inverno. Il complesso comprende una cappella gentilizia, posta sotto lo ‘Jus Patronato’ di casa Latini di Collalto, che fu rinnovata nel 1756 da monsignor Carlo Latini (1713-1786), professore in Filosofia e Teologia, protonotario apostolico, cavaliere dello Speron d’Oro e conte palatino. Fu allora consacrata al nome santissimo della Vergine della Speranza, della Salute e della Salvezza, e anche l’intero fabbricato prese il nome di Villa della Speranza. Il giardino di pertinenza è compartito in grandi aiuole quadrate, delimitate da siepi di bosso, con al centro fioriture stagionali e a ogni angolo composizioni di sfere e piramidi poggianti su basamenti a dado ottenuti con la sapiente sagomatura delle piante di bosso, tecnica che si rifà all’ars topiaria diffusa nei giardini dell’antica Roma e che aveva avuto nuova fortuna nel Rinascimento.
I due riquadri centrali sono a loro volta suddivisi in quattro ‘compartimenti’ con nel mezzo due piccole fontane in travertino a terra. Completano la bellezza del luogo spalliere di rose e pergolati di glicini. Il giardino pensile funge da belvedere, ponendosi in continuità con il paesaggio ma con un piacevole effetto di contrasto tra le rigorose
simmetrie delle aiuole e la natura libera e spontanea dei boschi. Le poche notizie sul complesso, derivate dall’archivio di famiglia, fanno risalire l’impianto del giardino al xvi secolo. In attesa di ulteriori apporti conoscitivi,
è possibile per i visitatori apprezzare un modello di giardino formale largamente diffuso in tutta la Penisola, ma inconsueto in una località posta ad altitudine considerevole.

Bibliografia

I giardini del Lazio, Touring Editore Milano 2019, p. 34.

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