Parco Genova (GE) - Liguria

| Indirizzo | Via Ignazio Pallavicini, 13 Genova (GE) - Liguria | Accessibilità | sì - aperto al pubblico | |
| Telefono | +39 3938830842 +39 0108531544 | Orari apertura | Dal 1 marzo al 2 novembre il parco è aperto tutti i giorni eccetto il lunedi. Gli orari seguono il cambio dell'ora ancora vigente in Italia Marzo e ottobre: 9:30-18 (da martedì a domenica); Da aprile a fine settembre: 9:30 - 19:00 (da martedì a venerdì) - 10-19:30 sabato, domenica e festivi; Dal 26 ottobre al 2 novembre: dalle 9:30 alle 17:00 (da martedì a domenica) Ultimo ingresso: 2 ore prima della chiusura Si consiglia di verificare gli orari sul sito del parco | |
| Costo ingresso | TICKET FESTIVI: INTERO: 13 EURO (adulti) ; RIDOTTO: 11 EURO (over 65, residenti nel comune di Genova, giovani13-18 anni, gruppi 25 pax minimo, disabili) ; RIDOTTO BAMBINI 7-12 ANNI: €7 BIGLIETTO GRATUITO: (0-6 anni, giornalisti, accompagnatori disabili) TICKET INFRASETTIMANALI: INTERO: 11 EURO (adulti) ; RIDOTTO: 9 EURO (over 65, residenti nel comune di Genova, giovani13-18 anni, gruppi 25 pax minimo, disabili) ; RIDOTTO BAMBINI 7-12 ANNI: €6 BIGLIETTO GRATUITO: (0-6 anni, giornalisti, accompagnatori disabili) | |||
| info@villadurazzopallavicini.it | ||||
| Sito Web | Villa Durazzo Pallavicini | |||
Nel 1840 Ignazio Pallavicino – nipote di Clelia Durazzo Grimaldi che nel 1794 aveva iniziato l’Orto botanico a sud della villa – affidò a Michele Canzio il progetto di un parco nella proprietà annessa alla villa. Il marchese cedette i suoi terreni a condizione che la stazione fosse contigua all’ingresso del parco. L’architetto Angelo Scaniglia progettò il viale rialzato di accesso; Giovanni Battista Cevasco realizzò le sculture. Il parco è articolato in una sequenza di ‘scenografie’. Il percorso parte dalla tribuna gotica, circondata da un boschetto di lecci, prosegue nel viale gotico e, attraverso la neoclassica kaffeehaus con le statue di Leda, Pomona, Ebe e Flora, prosegue nel viale classico e supera il bacino d’acqua con zampillo al termine del quale l’arco di trionfo segna il passaggio dalla civiltà urbana alla vita immersa nella natura. Iniziano le scene del 1° atto, il tergo dell’Arco è un romitaggio con muri di pietra e un portico coperto da beole, un ponte di legno valica un torrente nascosto da abeti rossi e agrifogli che evocano la montagna. Il sentiero continua sino al giardino delle palme, che riproduce le scene delle oasi dipinte sui fondali del Carlo Felice, per giungere al belvedere e dirigersi verso il bosco delle camelie, dove fu raccolta una collezione di varietà rare tra le quali la candida ‘Vergine di Collebeato’, dal 1965 simbolo della Società Italiana della Camelia. La scena seguente è formata dal lago vecchio e dalla cascata alimentata da un acquedotto (8 km); un ponte di legno e una capanna con il tetto di paglia furono posti su un altro lago, alimentato da cascatelle e vicino alla sorgente. Lungo la collina si sviluppano le scene del 2° atto, animate da architetture neogotiche, che rappresentano le angosciose vicende della storia umana: l’edicola votiva della Madonna, la casa dei contadini trasformata nei ruderi di un castello, la capanna rustica di legno non più esistente posta in un oliveto e, al termine della salita, il castello del Capitano con muri a scarpa e ponte levatoio, sormontato da una torre merlata con vista panoramica dal promontorio di Portofino sino alla costa del Ponente. Da qui si accede al mausoleo del Capitano culminante in un tetto piramidale. La discesa sul fianco est della collina conduce al lago grande. Il passaggio attraverso le grotte allude al passaggio dalla superstizione alla conoscenza rappresentata dall’obelisco egizio sulle sponde del lago. Fori inseriti nelle rocce illuminano stalattiti e stalagmiti, tortuosi passaggi s’insinuano nel lago sotterraneo. Nel sec. xix i visitatori, su una barca a forma di cigno, entravano nelle grotte con significati esoterici e scivolavano fuori sull’acqua scintillante del lago. Sulle sue sponde, articolate in promontori e isole, i giardini di Flora collocati sul lato opposto alle grotte contrappongono al mondo inquietante degli Inferi quello rassicurante e radioso dei fiori del tempio ottagonale e della serra di Flora che delimitano il viridario. L’obelisco egizio, il chiosco turco, la pagoda e il ponte cinese circondano il lago, al centro del quale si erge il classicheggiante tempio di Diana.
Strutture architettoniche
Bacino d’acquaBoschetto
Lago
Kaffeehaus
Scultura









