Giardino informale formale, Firenze (FI) - Toscana

la quiete Foto Giovanni Breschi

La villa appartenuta nel primo Quattrocento al condottiero Nicolò da Tolentino venne acquistata da Pier Francesco de Medici a fine Cinquecento e adeguata al rango dei nuovi proprietari. Si segnalano il grandioso giardino all’italiana con aiuole geometriche bordate di siepi di bosso, ridisegnato da Anna Maria Luisa de Medici nel 1724, la ragnaia di lecci che è rimasta quasi intatta nei secoli e il sistema di fontane per alimenatre il quale venne scavato un nuovo acquedotto.
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Indirizzo via di Boldrone, 2 Firenze (FI) - Toscana Accessibilità sì - accessibile con permesso
Telefono 055 2756444 (da lunedì a sabato, dalle 9 alle 13) Orari apertura Solo su prenotazione
Costo ingresso Gratuito
Sito Web Villa La Quiete

Il complesso della villa è posto su terrazzamento rialzato e si presenta in pianta come un blocco compatto di vari edifici aggregati tra Sei e Settecento, che ruotano tutti intorno a due cortili interni. Dell’elettrice palatina Anna Maria Luisa fu prescelto come rifugio spirituale e tra il 1724 e il 1725 fu dotato di un giardino realizzato da Pietro Giovannozzi e Sebastiano Rapi che vi fece piantare rare specie botaniche e da frutto provenienti dalle altre ville medicee. Per alimentare le fontane fu portato anche un condotto idrico dalla vicina Fonte delle Lepricine. Uno degli elementi di maggior pregio del giardino è la ragnaia che costeggia il lato est del giardino formale rimasta quasi del tutto immutata nel tempo. È formata da blocchi squadrati piantati a lecci contornati da alte siepi di alloro e lentaggine, dove un tempo venivano tese le reti per l’uccellagione, e conserva alcune camere di verzura che ospitano panchine in pietra.
Il giardino formale a sud, cinto da un alto muro perimetrale, è formato da dieci aiuole geometriche bordate da siepi di bosso che contengono vasi di di agrumi e alberi di da frutta. Al centro del viale si è una fontana a vasca circolare e nel fondo, addossato alle alte mura di cinta, è il nifeo rustico con vasca semicircolare e gruppo scultoreo con Cristo e la Samaritana opera di Gioacchino Fortini. L’asse corto del parterre è scenograficamente marcato da una edicola con alto fastigio e da un portale che conduce oltre il muro di conta al lungo edificio della limonaia.
La scalinata a doppia rampa che conduce dal parterre al giardino pensile, ospita una grotta rustica finemente decorata con concrezioni calcaree.
A est del complesso nell’800 è stato piantato un boschetto informale.

Notizie storiche

L’attuale aspetto del complesso edilizio si deve principalmente agli interventi di fine ’600 che si sono protratti per tutto il secolo successivo. Già appartenuta nei primi anni del ’400 agli Orlandini, nel ’500 la villa fu acquisita dai Medici, che la diedero in uso ai cavalieri di Santo Stefano dal 1561 al 1627, fu poi dimora della granduchessa Cristina di Lorena, vedova di Ferdinando I. Tra i vari adeguamenti legati alla nuova proprietaria venne realizzato un corridoio di collegamento (oggi in rovina) con la chiesa del monastero di S. Giovanni e rinnovata la veste decorativa: del 1633 è l’affresco della Quiete che pacifica i venti di Giovanni da San Giovanni da cui prende il nome la villa. Nel 1650 il complesso viene acquisito da Eleonora Ramirez Montalvo, fondatrice della comunità religiosa delle Minime Ancille della SS. Trinità, dedite all’educazione delle giovani aristocratiche fiorentine, che qui stabilirà la sua sede. Alla morte della fondatrice nel 1659 la comunità venne affidata a Vittoria della Rovere, moglie del granduca Fernando II, che avvia importanti lavori di adeguamento del complesso con l’aggiunta nel 1683 della chiesa su progetto da Pier Francesco Silvani portatata a termine dal canonico Filippo Grazzini. I lavori proseguono nel ’700 con la realizzazione di vari edifici di servizio. Nel 1720 si inizia l’edificio del noviziato che diventerà l’appartamento dell’elettrice palatina Anna Maria Luisa de Medici compiuto nel 1727. Nascono così nuovi ambienti residenziali, e soprattutto il grande giardino a sud realizzato da Pietro Giovannozzi e Sebastiano Rapi, giardiniere di Boboli. Per superare il dislivello fra il giardino pensile e il sottostante parterre si crea una scala a doppia rampa che ospita la grotta rustica, opera di Benedetto e Giovacchino Fortini e di Filippo Giarrè. Acquisita dalla Regione Toscana, che per un ventennio l’ha concessa all’Università di Firenze, la villa è oggi sede del Laboratorio Regionale per la Formazione Sanitaria.

Bibliografia

C. De Benedictis, Villa La Quiete: il patrimonio artistico del Conservatorio delle Montalve, Firenze 1997
M. Pozzana, I giardini di Firenze e della Toscana. Guida completa, Firenze 2001, pp. 70-71.

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