Giardino formale, Fiesole (FI) - Toscana

I tatti 1 Foto Giovanni Breschi

Nei giardini di villa I Tatti, concepiti e realizzati tra 1909 e 1920 circa, si concentra lo straordinario gusto di uno dei massimi storici dell’arte italiana, Bernard Berenson, e l’estro creativo di un grande architetto di giardini, Cecil Pinsent qui alla sua prima grande prova. Il risultato, diventato modello per tante ville della campagna fiorentina, è una sorta di manifesto che mostra come sia possibile nel Novecento reinventare giardini ispirati alla grande tradizione storica toscana, tanto che è a volte è quasi impossibile distinguere gli elementi di survival da quelli provenienti dall'accurato processo di revival.
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Indirizzo Via Vincigliata, 26 Fiesole (FI) - Toscana Accessibilità sì - accessibile con permesso
Telefono +39 055 603251
Fax +39 055 603383
Sito Web Villa I Tatti

Un viale di cipressi conduce lateralmente su uno spiazzo dove affacia la villa e di fronte la piccola cappella. L’edificio sorge sul lieve pendio che si apre verso il panorama di Firenze nello sfondo. La straordinaria operazione di Pinsent consiste nel reinventare all’inizio del ’900 un nuovo giardino ispirandosi rigorosamente ai modelli del passato, una operazione di revival alla ricerca di un raro equilibrio tra interno ed esterno della villa.
Davanti la facciata sud dell’edificio principale è un un terrazzamento a due livelli con giardino formale decorato con statue e adono di fioriture stagionali e agrumi; è delimitato a valle dalla stretta struttura della limonaia. Oltre la limonaia si sviluppa il magnifico parterre: una scalinata doppia rampa a esedra con fontana al centro conduce a quattro terrazzamenti digradanti con aiuole bordate da alte siepi geometriche di bosso che formano originali cuspidi angolari. Il viale centrale con quattro rampe di scale è pavimentato con un originale mosaico policromo di ciottoli a forme geometriche di ispirazione classica. Più oltre nel prato è la vasca delle ninfee e piante acquatiche, con doppia bordatura di basse siepi, chiuso dalle quinta arborea dell’alta siepe di cipresso. Al centro, scendendo una seconda scala a doppia rampa, si sbocca nell’esedra vegetale e nel viale cinto da alte siepi geometriche che termina in una nicchia a mosaico con statua femminile, scenografico punto di fuga dell’intero parterre dove cromaticamente domina il colore delle piante sempreverdi. Oltre è il “selvatico” di lecci piantati geometricamente.
A ovest della villa è il giardino pensile, un hortus conclusus cinto da mura con parterre formale a siepi quadrate. In fondo è la scenografica grotta con facciata divisa verticalemente in due parti: in basso il bugnato, in alto il rustico bicromo con al centro una nicchia con statua. Dal muro sud fanno capolino glicini e camelie.

Notizie storiche

L’attuale villa sorge su un edificio presistente forse da identificare con uno dei beni che il vescovo di Fiesole Regembaldo vendette nei primi anni del IX secolo. La villa fu verosimilmente edificata dalla famiglia Zati nella prima metà del ’500 e venduta nel 1563 a Giulio d’Alessandro del Caccia, console dell’Accademia della Crusca. Passò ai primi del ’600 alla antica famiglia fiorentina degli Alessandri che ne mantennero la proprietà fino al 1854, quando il conte Gaetano la vendette a John Temple Leader, eccentrico uomo politico inglese appassionato di Firenze e della sua campagna. Negli stessi anni oltre al palazzetto a piazza Pitti egli acquistò il convento, la chiesa e la villa di Maiano, il castello di Vincigliata tutti a meno di due chilometri da I Tatti. Alla sua morte nel 1903 la villa passò al nipote Richard Luttrell Pilkington Bethell, terzo Lord Westbury, che di lì a poco (1906) la vendette a Bernard Berenson, noto storico dell’arte inglese che qui abitava già dal 1900 con la moglie Mary Pearsol Smith. Berenson avvia un vasto pogramma di trasformazione della villa e reinventa il giardino chiedendo aiuto allo storico dell’architettura e bibliotecario della villa Geoffrey Scott e al giovane architetto paesaggista Cecil Ross Pinsent da poco stabilitosi a Firenze. I lavori iniziati nal 1911 saranno interrotti per la prima guerra mondiale alla fine del 1914 e ripresi nel 1919 per conludersi di lì a poco. L’intenzione dichiarata è uno scientifico revival del giardino all’italiana alla ricerca di una perfetta armonia formale. Lo straordinario risultato diventerà una sorta di modello per quella comunità angloamericana che nella campagna fiorentina aveva rinventato la propria arcadia. Nel 1936 Berenson donò la villa e la sua cospicua collezione d’arte alla Harvard University. Dopo la morte sua morte venne qui fondato il Center for Italian Renaissance Studies. Un lungo processo di restauro durato trenta anni ha recentemente riportato il giardino al suo stato originario.

Epoca

XVI secolo, 1909-1920

Progettisti ed esecutori

Cecil Ross Pinsent (architetto del giardino)
Bernard Berenson (committente )

Bibliografia

M. Fantoni, H. Flores, J. Pfordresher (a cura di), Cecil Pinsent and his gardens in Tuscany, atti del convegno (Fiesole, 22 giugno 1995), Firenze 1996
W. Weaver, A legacy of excellence: the story of Villa I Tatti, New York 1997
I. Romitti, M. Zoppi, Guida ai giardini di Fiesole, Firenze 2000, pp. 183-188
M. Pozzana, I Giardini di Firenze e della Toscana. Guida completa, Firenze 2001
F.R. Liserre, Giardini anglo-fiorentini. Il rinascimento all’inglese di Cecil Pinsent, Firenze 2008.

Superficie

3,2 ha

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Condizione giuridica

Proprietà Privata

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